Luglio 1096: fa molto caldo sotto le mura di Nicea. All'ombra dei fichi, nei giardini fioriti, circolano notizie inquietanti: una truppa formata da cavalieri, fanti, ma anche donne e bambini, marcia su Costantinopoli. Si dice che portino, cucite sulla spalla, delle croci in tessuto e che vengano a sterminare i musulmani fin dentro Gerusalemme. Resteranno due secoli in Terra Santa, saccheggiando e massacrando in nome del loro dio. Un'incursione barbara compiuta dall'Occidente contro il cuore del mondo musulmano segna l'inizio di un lungo periodo di decadenza e oscurantismo, e l'eco della violenza di quell'attacco si fa sentire ancora oggi. Nell'intento di raccontare le crociate da un punto di vista inedito e completo, Maalouf ha fatto ricorso agli scritti degli storici arabi, molti dei quali sconosciuti in Europa, gettando al di là della barricata uno sguardo che ci riserva non poche sorprese: un affresco a colori violenti, ma anche un monito inquietante per i nostri tempi. Torna in libreria, arricchito da una nuova introduzione dell'autore, il primo saggio scritto da Amin Maalouf, pubblicato nel 1983 e da allora divenuto riferimento critico per la comprensione del rapporto e delle tensioni più profonde fra il mondo arabo e quello occidentale.
In questo libro, Amin Maalouf spiega perché è convinto che siamo arrivati alle soglie di un naufragio globale, che riguarda tutte le aree della civiltà. L'America, per quanto resti una superpotenza, è sul punto di perdere ogni credibilità morale. L'Europa, che aveva promesso alla sua gente e a tutto il mondo il progetto più ambizioso e confortante della nostra epoca, sta per smembrarsi. Il mondo arabo-musulmano è sconfinato in una crisi profonda che lascia la sua popolazione nella disperazione e che ha ripercussioni spaventose su tutto il pianeta. Delle grandi nazioni emergenti o in via di rinascita, come la Cina, l'India e la Russia, fanno irruzione sulla scena mondiale in una atmosfera deleteria in cui ciascuno pensa per sé e in cui vige la legge del più forte. Una nuova corsa agli armamenti sembra inevitabile. Senza contare le minacce, gravissime, che pesano sul nostro pianeta - il clima, l'ambiente, la sanità - e alle quali non potremo far fronte senza quella solidarietà globale che, appunto, ci manca. Da più di mezzo secolo, l'autore osserva e percorre il mondo: da Saigon a Teheran, dal Vietnam a Parigi, in questo libro Maalouf descrive il mondo sia come spettatore impegnato che come intellettuale. Mescola la cronaca alla riflessione, racconta i grandi avvenimenti di cui si è trovato ad essere testimone privilegiato e, al tempo stesso, porta avanti una riflessione sulla storia e il destino del mondo: per spiegare perché il mondo come lo conosciamo si trova oggi alle soglie della catastrofe.
Una chiamata inattesa spinge Adam, professore arabo di Storia, a tornare nella sua terra d'origine dopo venticinque anni di esilio. Tutto è rimasto identico, il tempo non è trascorso per i luoghi che frequentava. Quel "paradiso perduto" si accompagna ai nomi dei suoi amici di gioventù, il Circolo dei Bizantini, che volevano cambiare il mondo e hanno invece finito per essere cambiati da una guerra che li ha separati e spinti ognuno verso una strada diversa. Ma chi è, in fondo, lui per giudicare da lontano, dal suo esilio "dorato", mentre loro sono stati travolti da un destino ineluttabile? Con l'aiuto di Semiramis, rimasta sempre bella e ribelle, Adam cerca di riunire i suoi vecchi compagni. Almeno i sopravvissuti. Ma questo confronto con il passato cambierà per sempre il presente di Adam e metterà in discussione l'esilio dorato che si era costruito. Un romanzo sulla memoria, sull'amicizia, sull'amore.
Situada contra un fondo que abarca cabalmente todo el siglo xx, desde el fin del Imperio Otomano hasta nuestros días, pasando por la Francia ocupada durante la Segunda Guerra Mundial y los violentos episodios del conflicto árabe-israelí, Las Escalas de Levante título con el que Amin Maalouf hace referencia a las ciudades comerciales que durante largo tiempo fueron crisol y punto de contacto de los hemisferios oriental y occidental narra la apasionante historia de Ossyane Ketabdar, emblema de la ancestral encrucijada de caminos que ha sido desde siempre el Cercano Oriente y cuya azarosa existencia encarna a la perfección la de todos aquellos individuos a quienes la ciega violencia de los hombres y los vaivenes de la Historia han desposeído de lo que más aprecian.
El conocimiento fortuito, en París, de un antiguo héroe rescatado del recuerdo de un vetusto libro de texto. Una serie de encuentros en que éste rememora y narra su azarosa existencia a la espera de una cita misteriosa. Y, a partir de ahí, el fluir de una historia apasionante en la que, a lo largo de múltiples peripecias, relampaguean la ternura y la violencia, momentos de gloria y de dicha y abismos de desaliento, sobre los que, finalmente, superándolo todo, incluso la distancia y la incertidumbre, se alza -como un símbolo del mestizaje, la tolerancia y el espíritu de reconciliación que inspiran toda la obra de Amin Maalouf- el amor. Con Las escalas de Levante, título que hace referencia a las ciudades comerciales que durante largo tiempo fueron crisol y punto de contacto entre los hemisferios oriental y occidental, el escritor libanés se asoma por primera vez al siglo xx en esa minuciosa reconstrucción novelada de los avatares de Oriente que viene acometiendo a lo largo de su obra -«León el Africano» (AQ 1 y LB 1524), «Samarcanda» (AQ 7 y LB 1645), «Los Jardines de Luz» (AQ 16 y LB 1702), «La Roca de Tanios» (AQ 24 y LB 1761)-. Situada contra un fondo que abarca cabalmente todo nuestro siglo, desde el fin del imperio otomano hasta nuestros días, pasando por la Francia ocupada durante la Segunda Guerra Mundial y los violentos episodios del conflicto árabe-israelí, la historia de Ossyane Ketabdar, emblema de la ancestral encrucijada de caminos que ha sido desde siempre (
"Crisi dell'Occidente": spesso, solo una frase fatta, una formula buona per tutti gli usi. Ma quale realtà effettiva vi si nasconde? Una possibile risposta ci viene offerta da questo nuovo libro di Amin Maalouf, l'autore di "L'identità", che torna alla saggistica per segnalarci uno stato di cose, quasi un dato di fatto: l'esaurimento della coscienza morale del mondo di oggi e la perdita di ogni regola-guida. Da questo impoverimento dipende l'incapacità di comprendere a fondo, in tutte le sue implicazioni, fenomeni storici come il crollo del comunismo e la formazione dell'unità europea, ma anche il conseguente strabismo ideologico che ha spinto le grandi potenze planetarie a cercare di risolvere con gli strumenti della guerra il problema di un ordine in via di estinzione. Non sarà la violenza a colmare il vuoto dei valori, ma una rinascita globale della cultura e del senso di responsabilità. Questo è il suggerimento dello scrittore libanese Maalouf, mai così pacato e lucido come in queste tesissime pagine di intervento e denuncia, nelle quali si profila forse un diverso destino e un diverso modo di concepire il ruolo strategico dell'impegno culturale, a ogni livello.
Un saggio contro la follia di chi ogni giorno e in tutto il mondo, incita gli uomini a suicidarsi in nome della loro identità. Maalouf si rifiuta di contemplare questo massacro con fatalismo e rassegnazione. Il suo stesso destino di uomo d'Oriente e d'Occidente lo spinge a spiegare ai suoi contemporanei, con parole semplici e riferimenti diretti alla storia, alla filosofia e alla teologia, che si può restare fedeli ai propri valori senza sentirsi minacciati dai valori di cui gli altri sono portatori.
Tre racconti che analizzano l'oscurità dell'amore, il mistero del tradimento e il buio dell'incesto. Ne "L'amore lontano", Amin Maalouf racconta di un amore assoluto fra una principessa e un poeta. Lui non l'ha mai incontrata, la canta nelle sue poesie, finché non decide di raggiungerla. "La fatalità della bellezza", di Tahar Ben Jelloun, racconta di un uomo sposato, ossessionato dall'incubo del tradimento di sua moglie. L'incubo incede inarrestabile, conducendolo alla follia. Jane, protagonista de "Il buio" di Hanif Kureishi, torna a casa per fare chiarezza sul proprio passato e affrontare il patrigno. Prima di affrontarlo Jane immagina il dialogo, che si fa realtà nella sua mente, e in cui si intrecciano violenza, pudore, tenerezza e passione.
1665. Baldassarre, raffinato libraio di origine genovese trasferitosi in terra mussulmana, riceve in dono da un vecchio misterioso mendicante un antico manoscritto intitolato "Il centesimo nome". Questo preziosissimo libro conterrebbe, secondo le teorie millenariste, verità definitive sul nome di Dio e annuncerebbe un'imminente Apocalisse per il 1666, l'anno della "Bestia". Ma il testo gli viene sottratto. Inizia così un lungo e avventuroso viaggio che conduce il protagonista, accompagnato da due nipoti e da una donna di cui si è invaghito, lungo l'intera costa nordafricana, e poi ancora a Lisbona, Amsterdam, Londra, per approdare infine nella città natale, Genova.