Non suoni irriverente il titolo di questo libro, evocatore di faticoso e incompiuto lavorio, adoperato a proposito di chi, Benedetto Croce, voleva essere ricordato come "tutto pensiero". Ma a usarlo, quel termine "rappezzo", davanti all'Estetica che si accingeva a riscrivere, fu lo stesso Croce, come attestano i suoi Taccuini di lavoro. E da lì è stato tratto, assunto come l'emblema di una condanna alla perpetua riscrittura, a un ininterrotto adeguamento dei propri testi al tempo. Croce fu infatti inesauribile scrittore, e uno dei grandi, ma anche implacabile correttore di se stesso. E fu scrittore ancor prima di farsi filosofo. La sua scrittura fu sempre continua rielaborazione, incessante rincorsa del suo pensiero. E dei suoi testi soprattutto quelli originati nella prima fase (giovanile, ottocentesca, napoletana), ebbero il destino di essere ripetutamente riscritti. Questo libro ne restituisce i caratteri peculiari e i significati originari, rimasti occultati sotto il palinsesto delle riscritture novecentesche, obliati tra le ingiallite pagine di rare riviste.
Fu lunga l'esistenza di Giovanni Verga. Salutò, ventenne, l'arrivo di Garibaldi in Sicilia e arrivò a vedere sorgere il fascismo. Iniziò a scrivere giovanissimo, nella sua città natale. A Catania, a Firenze, a Milano realizzò molteplici opere (tutte presentate in questo volume, in successione cronologica, connesse con la biografia dell'autore, la situazione storica, i nodi problematici dell'interpretazione). Verga diede però vita ai suoi capolavori in un solo decennio, quando dalla moderna Milano delle banche e imprese industriali si rivolse a narrare, "con la mente", "da lontano", il mondo arcaico-contadino della sua terra. Ci consegnò così una straordinaria rappresentazione di una particolare realtà sociale, determinata storicamente (quella della Sicilia di fine Ottocento). E compì un'originalissima operazione di "traduzione", linguistica e antropologica, funzionale ai bisogni conoscitivi della nuova Italia postunitaria.
Si raccolgono in questo volume le relazioni del primo ciclo di incontri Scritture e letture (dedicato alla novella e al racconto) realizzato nel 2008, a Catania, dall'Associazione degli italianisti-sezione didattica. Un'iniziativa, di cui questo libro rappresenta il primo frutto, con cui si è inteso avviare, nell'ambito della letteratura italiana, un dialogo non episodico tra scuola e università, prospettando un rapporto nuovo, meno frammentario, tra i docenti dei diversi ordini di istruzione. Un dialogo già testimoniato dai contributi presenti in questo volume: relazioni di italianisti di varie università del paese (R. Caputo, P. Guaragnella, R. Luperini, N. Mineo), e proposte didattiche di docenti della scuola secondaria siciliana. La prospettiva è infatti quella di superare la convenzionale formula delle conferenze di "aggiornamento" occasionali, del rapporto unidirezionale tra ricerca universitaria e insegnamento scolastico. Per sostituire ai monologhi irrelati un'interazione dialogica, nel rispetto delle reciproche competenze, tra ricerca universitaria e scuola, con la convinzione che l'incontro di pratiche e saperi diversi possa giovare all'insegnamento della letteratura italiana.