Gigante assoluto della nostra storia letteraria, Dante è anche considerato a buon diritto il padre della lingua italiana: è con lui che si realizza la vittoria del volgare toscano e, insieme, il declassamento a dialetto di ogni altra parlata italiana. Nato e formatosi nella Firenze della seconda metà del Duecento, Dante fu testimone diretto dell'ascesa dell'idioma volgare, che andò via via imponendosi a tutti i livelli, sia negli usi pratici che in quelli letterari. E fu appunto il volgare che egli scelse, legittimò e raffinò come strumento espressivo nelle sue opere, dalla "Vita nuova" al "Convivio", alle liriche e alla definitiva consacrazione della "Commedia". ln questo libro l'autrice traccia un profilo della lingua dantesca, di cui vengono illustrate le caratteristiche morfologiche, lessicali, sintattiche e stilistiche. L'utile antologia finale esemplifica e commenta concretamente la ricostruzione linguistica fornita nella prima parte.