La tavola non è solo occasione di nutrimento, ma è anche luogo di incontro e di amicizia ed è specchio dei rapporti umani e della comunione tra le persone. Questo libro parla della cultura della tavola orientata alla bellezza e alla valorizzazione dei valori familiari e sociali connessi con il mondo del cibo e del vino. Si parla dell'importanza che la società occidentale ha dato a questo tema, di storia della cucina, dei cibi e dei loro valori simbolici; della tavola, della famiglia e degli amici; delle usanze di altri popoli e altre religioni; con qualche commento sui film e sulle trasmissioni televisive che parlano di cucina, chef e buona tavola.
Marianna è felicemente sposata, ha due figli e gestisce con successo un agriturismo. Con il marito Riccardo condivide la passione per il cibo e il buon vino, per la bellezza della convivialità e una cultura della tavola tipicamente italiana. La loro felice quotidianità viene sconvolta dall'arrivo all'agriturismo di quattro ospiti, una madre single con una figlia e un padre divorziato con il figlio, tra i quali emergono divergenze sulle rispettive visioni enogastronomiche. Ma queste sono destinate a rimanere sullo sfondo non appena emergono verità sconvolgenti: i ragazzi sono nati entrambi grazie alla fecondazione eterologa, da un donatore anonimo. Chi è il loro vero padre? Quando la verità viene a galla, tutti i personaggi rivelano la loro difficoltà e angoscia nel gestire una situazione così imprevedibile. È necessaria la presenza di un padre? Qual è il suo ruolo nella famiglia? La sua funzione è fondamentale o è come un fuco, che feconda l'ape regina e poi viene ucciso o abbandonato? Sullo sfondo del racconto emerge l'ospitalità sobria ma raffinata con cui è gestito l'agriturismo di Marianna. In questo contesto, la cultura della buona tavola diventa spunto per riflessioni allegoriche e considerazioni antropologiche: il rapporto che i personaggi hanno con il cibo diventa riflesso del rapporto che hanno con gli altri.