Il libro raccoglie i ritratti di alcuni personaggi. Ciascuno con una sua propria individualità. Sono esistenze che, attraverso i secoli, hanno 'inventato', tra luci e ombre, la cartografia esistenziale e intellettuale degli europei. Sulle loro 'gesta' e sulle loro opere, secondo punti di vista, condivisibili o deprecabili, nel bene e nel male, si è andata formando l'identità di un continente. Alcune di queste vite, nel giudizio dei posteri, non sono proprio onorevoli icone. Tutte le famiglie, fortunatamente, hanno le loro pecore nere. I ritratti degli europei raccontati in queste pagine, pur nelle loro personalità, sono tuttavia emblematici. Nel privato e abusivo pantheon di 'grandi', di 'notabili' e 'pellistorte', che è Daguerréotype, esplorando le giornate di luminose e geniali figure, alternate a quelle di deprecabili 'legere', di cui siamo gli eredi, ci si potrà sentire più in sintonia con l'uno o l'altro, in ovvia quanto personale prospettiva. Ogni europeo del tempo nostro potrà giudicare le personalità di cui ormai si contemplano, con occhio storico, eroismi e misfatti. Si torca quanto si voglia, i personaggi di questo libro hanno creato i nostri caratteri. Sono gli antenati di un possibile albero genealogico, etico e morale.
Non luogo per eccellenza, il cimitero è una realtà vitalissima. Per definizione è un territorio "oltre", destinato ad accogliere i defunti che, espurghi dell'esistente, vengono ammucchiati a parte, fuori dal consesso dei viventi. Il cimitero, spazio fisico e mentale dove sono messe in gioco le angosce suscitate dal rimpianto per qualcuno che se rie è andato (o finalmente toltosi dai piedi), è il controtipo lucido e inconscio della più aulica follia umana: la sopravvivenza di se stessi. Nei cimiteri tutto si svolge sotto mentite spoglie, giacché sono soltanto i viventi che conferiscono senso al luogo più inverosimile mai inventato dall'uomo. I morti sono inerti. Possono tuttavia permettersi periodici ritorni nella mente di coloro che stanno ancora fuori dei funebri recinti: vicende che riguardano lembi di esistenza, storie di transiti, di salme, ossa, ceneri, materiali trafficati dai vivi nell'insistenza strenua, quanto inutile, di conferire ordine a quegli strani oggetti, fisici e mentali, che sono l'avanzo dei viventi di ieri. Sotto forma di culto dei morti, nel vacuo fasto delle tombe, gli ancora non estinti tentano di esorcizzare il molesto terrore di non essere più. D'altra parte il cimitero è un affare che riguarda sempre e soltanto chi non vi è ancora andato a finire.