La disposizione più giusta per calarsi nelle pagine di questa Italia cosiddetta "minore" ritratta da Marcoaldi è lasciarsi alle spalle il mito di una provincia immobile e incontaminata o ancor più il pregiudizio di un suo ripiego verso l'omologazione, l'appiattimento. E invece, nelle parole di vivaisti e arcivescovi, sindaci e artisti, scienziati e giostrai, avvocati e tipografi, storici e imprenditori, artigiani e maestri, nella concretezza dei mestieri ma anche nelle fantasticherie e mitologie di chi popola questo libro, affiora il cuore segreto di un Paese il cui battito è accelerato dall'ansia del cambiamento, o rallentato dalla persistenza dei suoi tratti più antichi. Nell'Italia di oggi, presa nella morsa di una crisi globale, il libro di Marcoaldi trasporta il lettore in quel tessuto di nervature sotterranee in cui si stringono assieme uomini e territorio, tempo e spazio, opere e credenze: le fondamenta stesse in cui crescono le comunità. E ci offre un personale contributo a quel "racconto nazionale" di cui l'Italia ha bisogno per ricomporre lo specchio rotto della sua identità.