A che serve il nostro denaro? Per che cosa lo usiamo? Che ne è dell’essere umano di fronte al denaro? L’autore si sofferma su tali interrogativi e ci presenta l’originalità dell’approccio biblico e, in particolare, del messaggio di Gesù. Accolto come un dono di Dio, il denaro non è più condannato a essere luogo delle nostre paure. Può divenire un segno di gratuità, può essere reinvestito per permettere la relazione e l’attenzione gli uni agli altri, in modo che l’utilizzo dei beni non manifesti più la dismisura delle nostre brame, ma l’amore del Dio che dona.
Daniel Marguerat (Losanna 1943), pastore della chiesa riformata del cantone di Vaud e professore emerito alla Facoltà di teologia dell’Università di Losanna, è un rinomato biblista, esegeta del Nuovo Testamento e specialista della ricerca su Gesù e sulle origini cristiane.
Descrizione dell'opera
Questo libro, che vede la luce nel momento in cui la riscoperta dei «sapori» della narrazione biblica spicca il volo, vuole mostrare la fecondità di alcuni strumenti dell'analisi narrativa applicandoli a sequenze scelte dell'Antico e del Nuovo Testamento.
Da una trentina d'anni i ricercatori hanno a disposizione metodologie appropriate per lo studio della narratologia biblica, ma dopo i balbettii iniziali si tratta di affinarle mettendone in luce le potenzialità. La sfida non è soltanto percorrere in ogni direzione i retroscena del racconto per osservarne l'architettura nascosta - anche se questa scoperta, per così dire archeologica, vale da sola la svolta: l'interesse sta piuttosto nel portare alla luce effetti di significato insospettati, scaturiti da narrazioni che pure si pensava di conoscere bene. Ai lettori e alle lettrici stanchi di approcci convenzionali, di percorsi ripetitivi, questo libro apre le porte a domande originali e significative.
Sommario
Introduzione. I. Quattro lettori per quattro vangeli (D. Marguerat). II. Alla ricerca della trama. Una lettura della Passione (Mc 14 e Lc 22) (D. Marguerat). III. La temporalità della storia di Giuseppe (Gen 37-50) (A. Wénin). IV. Giuseppe interprete dei sogni in prigione (Gen 40). Alcune funzioni della ripetizione nel racconto biblico (A. Wénin). V. Il punto di vista nel racconto biblico (D. Marguerat). VI. Luca, regista dei personaggi (D. Marguerat). VII. Il gioco dell'ironia drammatica. L'esempio dei racconti di astuzie e inganni (A. Wénin). VIII. Costruzione del discorso e costruzione del racconto. Il discorso comunitario di Mt 18 (D. Marguerat). IX. Davide e la storia di Natan (2Sam 12,1-7) ossia: Il lettore e la «fiction» profetica del racconto biblico (A. Wénin). X. Il serpente di Nm 21,4-9 e di Gen 3,1. Intertestualità ed elaborazione del significato (A. Wénin). Bibliografia. Alcune pubblicazioni degli autori.
Note sugli autori
DANIEL MARGUERAT(1943), biblista, professore emerito di Nuovo Testamento all'Università di Losanna, è un noto specialista della ricerca su Gesù e delle origini del cristianesimo. Le sue pubblicazioni gli hanno meritato una fama internazionale. Tra le sue opere tradotte in italiano segnaliamo: L'uomo che veniva da Nazareth. Che cosa si può sapere oggi su Gesù, Claudiana, Torino 2005; Paolo di Tarso. Un uomo alle prese con Dio, Claudiana, Torino 2004; Risurrezione, Claudiana, Torino 2003. Presso le EDB ha pubblicato Gli Atti degli Apostoli. 1. (1-12) (2011) e Chi ha fondato il cristianesimo? Cosa dicono i testimoni dei primi secoli (2012).
ANDRÉ WÉNIN, gesuita, dottore in scienze bibliche, insegna greco, ebraico biblico ed esegesi dell'Antico Testamento all'Università Cattolica di Louvain-la-Neuve. È professore invitato alla Pontificia Università Gregoriana, dove insegna teologia biblica. Presso le EDB ha pubblicato: Entrare nei Salmi (2003), Non di solo pane... Violenza e alleanza nella Bibbia (2004), Da Adamo ad Abramo o l'errare dell'uomo. Lettura narrativa e antropologica della Genesi. I. Gen 1,1-12,4 (2008), L'uomo biblico. Letture nel Primo Testamento (22009), Il Sabato nella Bibbia (2006), Giuseppe o l'invenzione della fratellanza. Lettura narrativa e antropologica della Genesi. IV. Gen 35-50 (2007), con C. Focant La donna la vita. Ritratti femminili della Bibbia (2008), con J.-D. Causse ed É. Cuvillier Violenza divina. Un problema esegetico e antropologico (2012). Collabora con la rivista Parola Spirito e Vita.
Con gli Atti degli apostoli Luca affronta la questione - attualissima anche nei tempi di grandi cambiamenti in cui viviamo - dell'avvenire del cristianesimo.
Alla fine del I secolo d.C., infatti, la situazione dei cristiani - una miriade di piccole comunità dagli orientamenti contraddittori - è tutt'altro che invidiabile: consumata la rottura con gli ebrei, essi vivono in un contesto sovraccarico di culti e religioni e sono oggetto di pesanti vessazioni romane.
Con il suo sguardo a un tempo da profeta, pastore e storico, Luca scommette sul cristianesimo e mira e ridare coraggio ai suoi lettori, convincendoli che il messaggio di Cristo non ha perso il suo valore.
Chi ha fondato il cristianesimo? Per secoli è bastata una sola risposta a questa domanda: Gesù. Poi alcuni hanno individuato in Paolo di Tarso il vero fondatore del cristianesimo, almeno per quanto riguarda il suo radicamento nel contesto greco, la reinterpretazione teologica su Gesù e l'organizzazione delle comunità. Oggi le risposte sono più sfumate, soprattutto perché ci si è resi conto che la domanda deve essere posta in modo più articolato. Negli ultimi decenni la discussione sulla nascita del cristianesimo è rinata in forme nuove e con interesse rinvigorito. Una forte attenzione viene ora riservata anche ai complessi movimenti culturali dell'epoca, dei quali il cristianesimo è parte. Quest'ultimo infatti subisce e determina influssi che travalicano l'individualità di luoghi e persone. L'originalità del volume, scritto a quattro mani e con diverse competenze, consiste nell'interrogare gli autori antichi. Che cosa dicono al riguardo i cristiani dei primi secoli, gli osservatori pagani e i primi storici del cristianesimo? I due autori sono specialisti sul cristianesimo delle origini: uno in qualità di biblista, l'altro, di storico. La loro ricerca offre nuove luci sull'interpretazione delle origini del movimento cristiano.
Questo libro si propone di esplorare la patria teologica dei primi cristiani, o, se preferite, il mondo delle loro convinzioni... La ricerca biblica è maggiormente consapevole rispetto al passato della diversità dei primi cristiani. La linguistica, la poetica, la narratologia, la retorica, la sociologia, l'antropologia culturale hanno finito per integrare il quadro degli strumenti più classici dell'esegesi volti ad auscultare il paesaggio molteplice delle loro convinzioni.
Il libro degli Atti degli apostoli è l'unico documento antico che ci riferisce gli inizi del movimento di Gesù e la "carriera folgorante" dell'apostolo Paolo. Gli Atti degli apostoli si interrogano sulle origini del cristianesimo e sulle ragioni della rottura fra cristiani e giudei. Essi illustrano i tentativi della missione cristiana in un mercato religioso fortemente concorrenziale, informando sulla vita dei primi cristiani e sulla nascita delle loro comunità. Inoltre, tentano di spiegare lo straordinario successo di questo movimento, nonostante le forti opposizioni che ha incontrato.
L'opera propone un commento dettagliato della prima parte di Atti (capp. 1-12) in una nuova traduzione. La materia è affrontata con stile immediato e godibile; 13 riquadri approfondiscono aspetti storici o teologici particolarmente importanti, 5 carte geografiche aiutano a collocare gli avvenimenti. La profondità del commento e il rigore interpretativo fanno del volume un testo di studio, lo stile brillante ed efficace un'opera accessibile anche ai non specialisti.
Sommario
Prefazione. Prefazione all'edizione italiana. Elenco delle abbreviazioni. Commentari degli Atti degli apostoli consultati. Introduzione. Prologo. Dal Vangelo agli Atti (1,1-14). I. GERUSALEMME. LA COMUNITÀ CON I DODICI APOSTOLI (1,15-8,3). 1. Fondazione della comunità (1,15-2,47). 2. Vita della comunità a Gerusalemme (3,1-5,42). 3. La crisi (6,1-8,3). II. DA GERUSALEMME AD ANTIOCHIA. L'apertura (8,4-12,25). 4. Scontri e successi al di là di Gerusalemme (8,4-9,31). 5. Con Pietro, l'apertura al mondo delle nazioni (9,32-12,25).
Note sull'autore
DANIEL MARGUERAT, professore emerito di Nuovo Testamento all'Università di Losanna, è un rinomato specialista della ricerca su Gesù e sulle origini del cristianesimo. Le sue pubblicazioni gli hanno meritato una fama internazionale. Tra le sue opere tradotte in italiano segnaliamo: L'uomo che veniva da Nazareth. Che cosa si può sapere oggi su Gesù, Claudiana, Torino 2005; Paolo di Tarso. Un uomo alle prese con Dio, Claudiana, Torino 2004; Risurrezione, Claudiana, Torino 2003.
Maestro di spiritualità, leader degli oppressi, profeta della fine del mondo o rabbino ispirato? Insomma, chi era l'uomo chiamato Gesù? Attendeva la venuta immediata del Regno? Aveva previsto la propria morte? Sapeva che cosa sarebbe divenuta la chiesa? Queste e altre domande che hanno attraversato i secoli conservano una sorprendente attualità: emblema di ogni ideologia, la figura di Gesù non sfugge infatti ad alcuna interpretazione. Alla luce delle fonti disponibili e delle più recenti ricerche, Marguerat ci propone un ritratto inedito, una ricostruzione affidabile e rispettosa nel contesto della Palestina degli anni 30, che restituisce alla figura di Cristo consistenza storica, spirito e verità. Ne emerge un Gesù in tutta la Sua irriducibile singolarità, senza confusioni tra ciò che concerne la fede e ciò che riguarda la storia, avvicinandoci alla comprensione del Suo enigma.
Paolo: uno spirito dottrinario, rigido e antifemminista?
Paolo: geniale formulatore di verità fondamentali senza il quale il cristianesimo sarebbe rimasto una setta.
L'attualità di Paolo.
Accusato di essere uno spirito dottrinario, rigido e antifemminista, Paolo è da sempre una figura controversa che avrebbe barattato la religione del cuore di Gesù con un sistema dottrinale tortuoso. Nondimeno, senza il suo genio nel formulare verità fondamentali della nuova fede, il cristianesimo sarebbe rimasto una setta. In un mondo in cui la questione del senso della vita e della dignità umana resta dolorosamente centrale, la scoperta di un Dio che accoglie a prescindere dai meriti acquista straordinaria attualità.