Il libro
«Contemplazione che sovrabbonda in azione.
Ecco la formula che M. ha trovato per comporre in una sintesi superiore le due realtà che qualcuno vorrebbe porre in antitesi.
L'azione vera è solo quella che nasce dalla contemplazione.
E la vera contemplazione porta necessariamenteall'azione. Un momento chiama l'altro.
Come la causa si rivela nell'effetto. Come l'amore
richiama l'amore. Vivere con l'animo del contemplativo nel tramestio di una metropoli.
Ecco l'ideale del cristiano, a cui corrisponde costantemente un bisogno sempre crescente: passare dal dinamismo dell'azione alla luce della contemplazione. L'orazione, oggi, non può non tener conto dell'azione. Se l'azione rischia di togliere agli uomini il gusto della preghiera può anche introdurre alla preghiera stessa; l'azione può talvolta offuscare la presenza divina, ma spesso ne proclama, anche duramente, la necessità.
Il santo del nostro tempo utilizza l'azione come un perpetuo controllo delle sue incongruenze e delle sue insufficienze.
Solo quando l'uomo ha realizzato in sé questa unità è capace di opere veramente valide» (dalla Introduzione).