Da sacerdote a cardinale, terzo uomo più potente del Vaticano, fino al carcere per abusi su minori: ascesa e caduta di un principe della Chiesa. Quando il giovane sacerdote George Pell venne trasferito nella parrocchia di St Alipius nel 1973, quell'angolo di Ballarat era uno dei posti più pericolosi dell'Australia per dei minori. Tutti i quattro religiosi che si occupavano della scuola elementare annessa alla canonica abusavano dei bambini. Pell non si accorse mai di niente, e per vent'anni non sarebbero stati denunciati. Ballarat, tribale e gagliarda, dove preti e suore padroneggiavano, è la città natale di Pell, e il luogo da cui ha mosso i primi passi sulla strada che lo avrebbe portato alle più alte cariche della Chiesa, prima vescovo poi cardinale infine prefetto della Segreteria per l'economia presso la Santa Sede a Roma, chiamato da papa Francesco. Ma oggi è il primo porporato in carcere per pedofilia. E su di lui grava anche il pesante sospetto di lunghi decenni di omertà su moltissimi casi di abuso commessi da sacerdoti australiani. David Marr traccia il ritratto di un uomo impastato di fede, ambizione, lealtà alla Chiesa, sete di potere e oscuri desideri, che ha ignorato i segnali di un mondo in subbuglio, confidando nell'impunità dell'abito. E ricostruisce, crepa dopo crepa, come l'impenetrabile fortezza che Pell aveva contribuito a ergere intorno alla Chiesa australiana si sia lentamente sgretolata.