Se in passato i cieli hanno ispirato i miti della creazione, influenzato le culture e stimolato il progresso scientifico, oggi la geografia dello spazio inizia ad assomigliare sempre più a un'estensione di quella terrestre. Gli esseri umani stanno trasferendo gli stati nazionali, le aziende, la storia, la politica e i conflitti molto sopra le loro teste, rivoluzionando inevitabilmente anche la vita sul nostro pianeta. Dopo "10 mappe che spiegano il mondo" Tim Marshall alza lo sguardo verso il cielo, vera nuova frontiera della geopolitica mondiale, e delinea le prossime, decisive tappe dello sviluppo aerospaziale: satelliti spia orbiteranno intorno alla Luna, futuro terreno di scontro per 'approvvigionamento di acqua e terre rare, mentre le grandi potenze mondiali, a partire da Stati Uniti, Russia e Cina, saranno impegnate a ridefinire le loro sfere d'influenza affrontandosi in vere e proprie guerre stellari. Tutto questo non è fantascienza: è la realtà che promette di concretizzarsi nei prossimi anni, quando l'avanzamento tecnologico e militare ci catapulterà in una nuova era, quella dell'astropolitica.
Il conflitto israelo-palestinese, che infiamma il Medio Oriente dal 1948, riesplode periodicamente e si conferma come una delle principali cause di instabilità della regione. Dalla nascita dello stato di Israele lo scontro tra sionismo ebraico e nazionalismo arabo ha creato fratture ideologiche divenute via via sempre più profonde a causa di diversità culturali, ostilità religiose, disuguaglianze economiche. Come conciliare la ricerca degli ebrei di una patria sicura dopo secoli di persecuzioni culminate nell'orrore della Shoah con la rivendicazione di uno stato autonomo da parte del popolo palestinese? Tim Marshall, esperto di geopolitica internazionale, analizza le barriere non solo fisiche che ostacolano il dialogo fra i due popoli e mette in luce le radicali divisioni al loro interno che rendono al momento difficile, forse impossibile, una soluzione pacifica e duratura del conflitto.
Non siamo mai stati così divisi. Ecco perché. Siamo tornati a costruire muri. Sono infatti oltre 6000 i chilometri di barriere innalzati nel mondo negli ultimi dieci anni. Le nazioni europee avranno ben presto più sbarramenti ai loro confini di quanti non ce ne fossero durante la guerra fredda. Il mondo a cui eravamo abituati sta per diventare solo un vecchio ricordo: dalle recinzioni elettrificate costruite tra Botswana e Zimbabwe a quelle nate dopo gli scontri del 2015 tra Arabia Saudita e Yemen, dalla barriera in Cisgiordania fino al mai abbandonato progetto del presidente Donald Trump al confine tra Stati Uniti e Messico. Non appena una nazione si appresta a far nascere un nuovo muro, subito i paesi confinanti decidono di imitarla: quello tra Grecia e Macedonia ne ha generato uno tra Macedonia e Serbia, e poi subito un altro si è alzato tra Serbia e Ungheria. Innumerevoli sono le ragioni alla base di queste decisioni spesso dettate da paura, disuguaglianze economiche, scontri religiosi. Reportage e accorata denuncia, questo libro diventa quindi una bussola per comprendere le ragioni storiche di quello che sta accadendo oggi con la rinascita di forti sentimenti sovranisti e nazionalisti, nella speranza che questa drammatica tendenza si inverta al più presto.
Per migliaia d'anni le bandiere hanno rappresentato i nostri sogni e le nostre speranze. Le abbiamo sventolate, abbiamo marciato sotto i loro colori, talvolta le abbiamo bruciate, e ancora oggi siamo pronti a morire per esse. Hanno rappresentato di volta in volta la politica dei potenti e la forza della folla. In questo libro, unendo storia antica e attualità, Tim Marshall svela i segreti di questi straordinari simboli capaci tanto di unirci quanto di dividerci: dal rinnovato nazionalismo cinese ai problemi identitari di Europa e Stati Uniti, fino alla terribile ascesa dell'ISIS, abbiamo bisogno di comprendere i vessilli, vecchi e nuovi, che i popoli in tutto il mondo stanno brandendo. Per capire in che modo un semplice pezzo di stoffa legato a un'asta possa arrivare a significare così tanto.
Si è tornati a costruire muri. Sono infatti oltre 6000 i chilometri di barriere innalzati negli ultimi dieci anni, in grado di modificare radicalmente il nostro paesaggio culturale e politico. Le nazioni europee avranno ben presto più sbarramenti ai loro confini di quanti non ce ne fossero durante la guerra fredda. Il mondo a cui eravamo abituati sta per diventare solo un vecchio ricordo: dalle recinzioni elettrificate costruite tra Botswana e Zimbabwe a quelle nate dopo gli scontri del 2015 tra Arabia Saudita e Yemen, fino al mai abbandonato progetto del presidente Donald Trump al confine tra Stati Uniti e Messico. Non appena una nazione si appresta a far nascere un nuovo muro, subito i paesi confinanti decidono di imitarla: quello tra Grecia e Macedonia ne ha provocato uno tra Macedonia e Serbia, e poi subito un altro si è alzato tra Serbia e Ungheria. Innumerevoli sono le ragioni alla base di queste decisioni spesso dettate da paura, disuguaglianze economiche, scontri religiosi. Questo libro diventa quindi una preziosa ed essenziale bussola per comprendere le ragioni storiche di quello che sta accadendo oggi...
Per comprendere quel che accade nel mondo abbiamo sempre studiato la politica, l'economia, i trattati internazionali. Ma senza geografia, suggerisce Tim Marshall, non avremo mai il quadro complessivo degli eventi: ogni volta che i leader del mondo prendono decisioni operative, infatti, devono fare i conti con la presenza di mari e fiumi, di catene montuose e deserti...