A un primo sguardo, musica e filosofia sembrano due attività umane disparate, lontane tra loro quanto possono esserlo la morbida sensualità del canto e il silenzioso rigore del pensiero razionale. Eppure, fin dall'antichità emerge l'idea di una segreta affinità tra musica e filosofia, che ne intreccia i destini. A partire dalle idee sulla musica dei filosofi antichi, attraverso le concezioni medievali e rinascimentali, il volume considera l'impatto della rivoluzione scientifica, la stagione illuminista e gli sviluppi ottocenteschi, per giungere infine al ricco dibattito teorico contemporaneo.
Qual è l'origine, la natura, la destinazione dell'uomo? Qual è il suo posto nel mondo naturale e in quello storico, quale il significato delle molteplici forme biologiche e culturali che lo caratterizzano nei diversi tempi e luoghi entro i quali si presenta? Con lo sviluppo dell'antropologia moderna questi problemi si pongono con una forma e una pregnanza inedite. Riflettere sull'uomo non significa più conoscere se stessi, né parlare di Dio o dell'anima, ma confrontarsi con un essere problematicamente proteso tra determinatezza e libertà, tra "natura" e "mondo". Il volume mostra come lo svolgersi di questa vicenda sia assai meno frammentario e discontinuo di quanto talora si presuma.