Figura tra le più significative dell'Ottocento italiano, Giacomo Leopardi (1798-1837) ha ispirato "Il giovane favoloso", il film diretto da Mario Martone che ricostruisce il percorso biografico e letterario del poeta basandosi sui suoi scritti. La chiave di lettura proposta dagli autori della sceneggiatura è lontana dall'immagine tradizionalmente trasmessa di Leopardi: non un poeta infelice perché ammalato, ma una personalità ribelle, ironica e socialmente spregiudicata che trasfigura la malinconia in potenza creativa e il cui pensiero si proietta ben oltre il secolo in cui è vissuto. Spinto dalla voglia di vivere e dall'ambizione letteraria a lasciare Recanati e la "dipinta gabbia" della biblioteca paterna, Giacomo non esita a provocare la rottura con l'amatissimo padre e con l'opprimente conformismo della sua epoca. Nel racconto sono presenti tutte le figure che hanno accompagnato gli anni della sua adolescenza e poi del suo peregrinare, da Firenze a Roma e infine a Napoli: i genitori, il fratello Carlo e la sorella Paolina, cui è legato da grande complicità; il letterato Pietro Giordani che per primo ne intuì la grandezza; Fanny Targioni Tozzetti, oggetto di una passione mai dichiarata; Antonio Ranieri, che l'ebbe compagno nella vita, e la sorella di quest'ultimo Paolina, che lo accudì fino a Torre del Greco, dove Leopardi compose il suo ultimo capolavoro, "La ginestra".
“Dopo l’11 settembre, riflettendo sul rapporto fisiologico tra terrorismo e lotta per l’identità nazionale, mi chiedevo: com’è possibile che il nostro Paese, che ha così a lungo combattuto per la sua indipendenza, non abbia conosciuto niente del genere? Noi credevamo è nato nel tentativo di dare risposte a questa domanda iniziale: poi è cominciato il viaggio dentro la storia italiana dell’ottocento. Sono esistiti due Risorgimenti, completamente contrapposti, poiché l’idea repubblicana era nemica giurata dell’opzione monarchica. Questa divisione si è riproposta in tutte le forme che la nostra storia successiva ha conosciuto, passando ovviamente dal fascismo e dall’antifascismo e arrivando fino ai nostri giorni. Un’idea d’Italia monarchica e autoritaria da un lato, e un’idea d’Italia repubblicana e democratica dall’altro. Una contrapposizione mai sanata e già presentissima alla nascita del Paese.”
Mario Martone ha realizzato per il cinema Morte di un matematico napoletano (1992), L’amore molesto (1995), Teatro di guerra (1998), L’odore del sangue (2004). Ha pubblicato con Bompiani Teatro di guerra. Un diario (1998), Chiaroscuri. Scritti tra cinema e teatro (2004).