In queste pagine l'autrice propone una riflessione sull'empatia alla luce delle elaborazioni filosofiche e delle scoperte neuroscientifiche, aprendo il campo d'indagine anche a discipline più recenti come la "neuroetica". Si tratta infatti di una riflessione che ha necessità di estendersi in diversi contesti, individuando spazi in cui potersi confrontare in funzione dei differenti ruoli e saperi. Se empatia è provare ad andare dove l'altro sta, si devono fare continuamente i conti con l'estraneità di questo luogo che non conosciamo e che ci può essere estraneo. È in quest'ottica che diventa ancor più appassionante approfondire le modalità attraverso cui l'empatia trova possibilità di espressione, ovvero la gentilezza, la gratitudine, la compassione e l'acquisizione di consapevolezza attraverso la dimensione della riflessività. Forse è questa la grande sfida dei nostri giorni: rimanere donne e uomini empatici, nonostante tutto quello che ci circonda.
Negli ultimi decenni l'esercizio delle professioni di cura, in particolare in ambito infermieristico, ha assunto un profilo sempre più scientifico: sofisticate tecniche diagnostiche si sostituiscono alle risorse offerte dall'esperienza personale di chi esercita la cura, e il tratto specialistico della pratica clinica accentua molte volte il distacco nella relazione tra curante e curato. Da qui la necessità di una riflessione sulla cultura della malattia che sia in grado di mettere a disposizione del soggetto la capacità di dare parola a ciò che in realtà sente, teme, spera, vuole e in genere vive. Si tratta di recuperare e sviluppare determinate competenze esistenziali intese come capacità di conoscere se stessi, il proprio corpo, le proprie emozioni, i propri comportamenti, certi che questo sapere esistenziale è il territorio privilegiato per la costruzione di gesti di cura attraversati e nutriti dalla relazione. La fenomenologia costituisce lo strumento privilegiato che ci consente, attraverso il suo linguaggio, di dar voce a queste competenze esistenziali. Le parole dell'esperienza vissuta aprono alla scoperta di nuovi orizzonti, ci accompagnano nella revisione delle nostre direzioni di marcia, per riscoprire quel tempo quieto capace di rigenerare la relazione con noi stessi e con le persone di cui quotidianamente ci prendiamo cura.