Data di pubblicazione: Gennaio 2010
DISPONIBILE : NON AL MOMENTO
€ 16,00
Quando un cane si rotola sull’erba appena falciata diciamo che è felice. Quando invece si accascia a orecchie basse sul pavimento dopo avere ricevuto un rifiuto diciamo che è abbattuto. Ma la sua gioia e la sua delusione corrispondono davvero a ciò che noi umani intendiamo quando usiamo queste parole? Fino a che punto il cane è simile all’uomo?
Sì, perché il luogo comune in cui si rischia di cadere è sempre lo stesso: proiettare sul nostro cane sensazioni ed emozioni che in realtà appartengono a noi. L’antropomorfismo a ogni costo è il rischio che un etologo non vuole correre: per questo la «sfera emotiva» degli animali scivola in secondo piano rispetto all’analisi dei comportamenti.
In questo che ormai è considerato un grande classico, Jeffrey Masson si è concentrato sull’esplorazione del misterioso universo interiore del «nostro migliore e più sincero amico», infrangendo così un tabù. E lo ha fatto da pioniere, con gli strumenti che la professione di psicoanalista gli ha insegnato a usare. Attingendo al mito, alla letteratura, agli studi scientifici – da Senofane a Voltaire, da Freud a Lorenz, da Thomas Mann a Kundera – ma soprattutto alle storie personali e a quelle degli amanti dei cani.
Racconti che divertono, che commuovono, che descrivono «i moti del cuore» canino: gratitudine, lealtà, solitudine, delusione, aggressività, malinconia, sogni, percezione delle altre specie – esseri umani inclusi. C’è la storia di Dudley, ex randagio che durante un terribile incendio in California si rifiuta di allontanarsi dalla sua padrona morta asfissiata dal fumo; quella di Bobbie, capace di tornare a casa percorrendo tremilaseicento chilometri dall’Indiana all’Oregon in un inverno glaciale; quella di Hachi-Ko, l’akita diventato eroe nazionale giapponese (e protagonista del nuovo film con Richard Gere), che per dieci anni ogni sera si reca alla stazione per aspettare il padrone ormai deceduto. Ma soprattutto ci sono Sima, Sasha e Rani, i tre cani di Masson – veri protagonisti del libro. Un omaggio dell’autore alla loro emozione per eccellenza: l’amore, su cui i cani, diversamente da noi, non mentono mai.
Quando un cane si rotola sull’erba appena falciata diciamo che è felice. Quando invece si accascia a orecchie basse sul pavimento dopo avere ricevuto un rifiuto diciamo che è abbattuto. Ma la sua gioia e la sua delusione corrispondono davvero a ciò che noi umani intendiamo quando usiamo queste parole? Fino a che punto il cane è simile all’uomo?
Sì, perché il luogo comune in cui si rischia di cadere è sempre lo stesso: proiettare sul nostro cane sensazioni ed emozioni che in realtà appartengono a noi. L’antropomorfismo a ogni costo è il rischio che un etologo non vuole correre: per questo la «sfera emotiva» degli animali scivola in secondo piano rispetto all’analisi dei comportamenti.
In questo che ormai è considerato un grande classico, Jeffrey Masson si è concentrato sull’esplorazione del misterioso universo interiore del «nostro migliore e più sincero amico», infrangendo così un tabù. E lo ha fatto da pioniere, con gli strumenti che la professione di psicoanalista gli ha insegnato a usare. Attingendo al mito, alla letteratura, agli studi scientifici – da Senofane a Voltaire, da Freud a Lorenz, da Thomas Mann a Kundera – ma soprattutto alle storie personali e a quelle degli amanti dei cani.
Racconti che divertono, che commuovono, che descrivono «i moti del cuore» canino: gratitudine, lealtà, solitudine, delusione, aggressività, malinconia, sogni, percezione delle altre specie – esseri umani inclusi. C’è la storia di Dudley, ex randagio che durante un terribile incendio in California si rifiuta di allontanarsi dalla sua padrona morta asfissiata dal fumo; quella di Bobbie, capace di tornare a casa percorrendo tremilaseicento chilometri dall’Indiana all’Oregon in un inverno glaciale; quella di Hachi-Ko, l’akita diventato eroe nazionale giapponese (e protagonista del nuovo film con Richard Gere), che per dieci anni ogni sera si reca alla stazione per aspettare il padrone ormai deceduto. Ma soprattutto ci sono Sima, Sasha e Rani, i tre cani di Masson – veri protagonisti del libro. Un omaggio dell’autore alla loro emozione per eccellenza: l’amore, su cui i cani, diversamente da noi, non mentono mai.