Una cena tra amiche, in una bella casa di un quartiere residenziale di Roma, a parlare d'arte e di letteratura, ma soprattutto di sentimenti e di vita. La protagonista, il mattino successivo, decide di ignorare i suoi impegni e di andarsene a zonzo fino a sera, come a voler ritrovare le tracce di un'identità perduta, nel cuore e nella memoria storica della sua antica città. Lungo il cammino fa molti incontri, parla con uomini e donne persi in continue inchieste d'amore, esplora luoghi segreti seguendo misteriose indicazioni, alla ricerca di una chiave di accesso alla babele dell'esistenza nella magia di una strana passeggiata tra i rioni di Roma: da piazza Venezia e attraverso Campo Marzio, fino al Ghetto, al teatro di Marcello, al Campidoglio. Un intrico di vie e di monumenti che diventano un labirinto popolato di personaggi e di storie di tempi andati. Un cammino senza meta apparente che ripropone il vecchio gioco delle parti in commedia. Una favola cittadina che si conclude nell'arco di un giorno sullo sfondo del Pantheon, sovrastato da un cielo notturno illuminato dalla luna.
Dall'intreccio delle storie di famiglia si dipana il filo di un'esistenza femminile individuale che rifiuta il luogo comune, il percorso già segnato in precedenza, il solco battuto. La storia di una donna che non si arrende al filo di perle intorno al collo, vissuto come l'insegna di una tribù di cui non può, e non vuole, fare parte. La storia di una donna che ama il suo lavoro di insegnante, e lo fa bene, scontrandosi con l'ottusità di un mondo regolato da norme banali, ma ferree. Con uno stile asciutto e allo stesso tempo immaginifico, Annarosa Mattei descrive con sguardo impietoso e tuttavia divertito le miserie, i riti e vizi di una società decadente e inconsapevole, che celebra se stessa in un chiacchiericcio privo di senso e di moralità.