Data di pubblicazione: Giugno 2011
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Filippo Neri era di carattere amabile, di aspetto simpatico, dotato di una meravigliosa capacità di attirare gli uomini. Di origini fiorentine, arrivò a Roma nel 1534: la sua presenza incise sensibilmente sulla città e sulla vita della Chiesa, allora animata dallo spirito della Controriforma.
Una fede che rifletteva la semplicità e la vitalità del cristianesimo delle origini, il canto, la musica, la passione per la storia della Chiesa e le vite dei santi, la celebrazione della messa, la preghiera, i pellegrinaggi, la carità fraterna, le gite fuori porta, i giochi, le discussioni e la vivacità scherzosa caratterizzarono la sua compagnia.
Santo del popolo, umilissimo e arguto, mistico amante della vita, obbediente della Chiesa e promotore della laicità, punto di riferimento per moltissimi tra i poveri e gli sbandati così come tra i ricchi e i colti, entrò in rapporto con le maggiori personalità del suo tempo come Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Carlo e Federico Borromeo, Cesare Baronio, Camillo de Lellis. Dalle sue frequentazioni nacque l'esperienza viva e flessibile dell'Oratorio, diffusasi poi nel mondo.
Morì il 26 maggio 1595. Fu proclamato santo il 16 marzo 1622 insiema a Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Isidoro l'Agricoltore e Teresa d'Avila.
Le sue reliquie sono venerate a Roma nella chiesa di Santa Maria in Vallicella, dove fu sepolto.
Filippo Neri era di carattere amabile, di aspetto simpatico, dotato di una meravigliosa capacità di attirare gli uomini. Di origini fiorentine, arrivò a Roma nel 1534: la sua presenza incise sensibilmente sulla città e sulla vita della Chiesa, allora animata dallo spirito della Controriforma.
Una fede che rifletteva la semplicità e la vitalità del cristianesimo delle origini, il canto, la musica, la passione per la storia della Chiesa e le vite dei santi, la celebrazione della messa, la preghiera, i pellegrinaggi, la carità fraterna, le gite fuori porta, i giochi, le discussioni e la vivacità scherzosa caratterizzarono la sua compagnia.
Santo del popolo, umilissimo e arguto, mistico amante della vita, obbediente della Chiesa e promotore della laicità, punto di riferimento per moltissimi tra i poveri e gli sbandati così come tra i ricchi e i colti, entrò in rapporto con le maggiori personalità del suo tempo come Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Carlo e Federico Borromeo, Cesare Baronio, Camillo de Lellis. Dalle sue frequentazioni nacque l'esperienza viva e flessibile dell'Oratorio, diffusasi poi nel mondo.
Morì il 26 maggio 1595. Fu proclamato santo il 16 marzo 1622 insiema a Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Isidoro l'Agricoltore e Teresa d'Avila.
Le sue reliquie sono venerate a Roma nella chiesa di Santa Maria in Vallicella, dove fu sepolto.