Chi disegna i confini della sicurezza? In omaggio online: contenuti integrativi e versione digitale del testo.
Il mondo in cui viviamo è in una fase di trasformazioni eccezionalmente rapide e profonde. Dopo la fine del bipolarismo che vedeva la contrapposizione dei due blocchi di potenza rappresentati dagli Stati Uniti e dall'URSS, la natura del potere e la sua distribuzione geografica stanno cambiando. In tale mutevole contesto i confronti geostrategici tra le grandi potenze sono un ricordo del passato o sono destinati a ripresentarsi con forme e finalità diverse, per esempio per rivalità energetiche o per contrasti interreligiosi? Che futuro avrà lo stato come istituzione, eroso dall'alto dalla tendenza all'integrazione imposta dalla globalizzazione, e dal basso da lealtà subnazionali localistiche? Oggi sul palcoscenico mondiale si affacciano nuovi attori che non sono né stati né nazioni (ONG, grandi imprese multinazionali, ma anche mafie e gruppi terroristici...), mentre le tecnologie allargano lo spazio della partecipazione. Stimolando il lettore a riflettere su questi temi, Mazzei costruisce un appassionante percorso di avvicinamento alle relazioni internazionali come disciplina-chiave per comprendere la contemporaneità.
Il profondo mutamento di questi ultimi anni nella concezione del capitalismo è certamente dovuto al ripetersi di recessioni e crisi, l’ultima delle quali, a partire dal 2007, andrebbe collocata in una fase cruciale di transizione di un processo pendolare che, in meno di cent’anni, ha visto per ben tre volte capovolto il rapporto tra "mano invisibile" del Mercato e "mano visibile" dello Stato. La tesi degli autori è che l’ultima è una crisi sistemica, che si inquadra, tra l’altro, in una fase di trasformazione epocale del sistema internazionale, con la fine del predominio occidentale. Il perno dell’economia mondiale, infatti, si è da tempo spostato in Estremo Oriente, nell’Asia confuciana (Giappone, Cina e Corea in primis). Proprio da una lettura non convenzionale dell’evoluzione del rapporto tra Stato e Mercato in quest’area culturale e geoeconomica, con l’emergere e l’affermarsi di uno "Stato sviluppista", si possono trarre elementi conoscitivi e spunti di riflessione sul mutamento del modello di sviluppo occidentale, uscendo dalle secche, in cui si è regolarmente caduti, nel passato e nel presente, di un rapporto meramente oppositivo tra Stato e Mercato.