Viviamo in una fase di evoluzione tecnologica che produce fratture nell’ordinamento. Gli innovatori invocano a loro sostegno la libertà creativa – e distruttiva – dell’iniziativa economica privata, contro regolazioni intrusive. Le autorità pubbliche difendono le ragioni del servizio universale in nome del principio di eguaglianza e della coesione sociale, ma hanno strumenti usurati dal tempo. Si pensi alle vicende di Uber, la technology company della Silicon Valley che offre un servizio di trasporto automobilistico privato via app. Sfidato dall’economia delle piattaforme, il legislatore arranca. Anche le corti sono in difficoltà. Ma non si parte da zero: la dinamica della concorrenza e la missione dei servizi pubblici sono punti di riferimento, con un solido fondamento nelle costituzioni nazionali del diritto europeo. Indicazioni preziose già vengono dalla sperimentazione che è in atto nelle diverse realtà metropolitane. Nessuno ha una ricetta sicura. Ma dagli errori si può imparare.