Correva l'anno 2020. L'anno del virus. Viaggiavano in Tv, in Rete, sugli smartphone, le immagini di morte, sofferenze, crisi economica e relazioni sospese. Impotenti apparivano i grandi della Terra di fronte alle incognite di una pandemia che ridisegnava confini, potenze, certezze. Lo spirito laico che aveva investito nella supremazia di finanza, mercato e tecnologia, vacillava rispetto alle domande dello Spirito che, poste nella notte del mondo da un uomo vestito di bianco, interrogava la classe politica, appellandosi a «uomini e donne che hanno la vocazione politica e i partiti politici di diversi Paesi affinché cerchino il bene comune del Paese e non il bene del proprio partito». Ma lo slancio solidale dei cattolici, vissuto nei giorni difficili, potrebbe più che mai "servire" al Paese durante la più grande operazione di ricostruzione morale ed economica dal dopoguerra ad oggi.
1964: Paolo VI raggiunge la Terra Santa. Primo Papa in aereo. Torna dove tutto ha avuto inizio duemila anni prima. Il pontificato entra nella modernità. Cambia la comunicazione dei papi. Mille i giornalisti al suo seguito. Scrissero, fra altri: E. Montale, D. Buzzati, G. Bocca, C. Cederna. La Rai mobilitò centinaia di persone e l'Aereonautica militare per i servizi in differita Tv. Il reportage del viaggio sugli schermi fu di Ermanno Olmi. Tempo di macchina da scrivere, telex, pellicola. Era in corso il concilio Vaticano II. Paolo VI scrisse in Terra Santa la prima pagina di quella primavera dell'ecumenismo che arriverà fino a Francesco. Da grande timoniere condurrà in porto il Vaticano II. 2014: in Terra Santa arriva Francesco. Il Papa social, guida spirituale e indiscusso leader mondiale (su Facebook ha 3 milioni di follower e con un account privato Twitter supera i 40 milioni di utenti). La Santa Sede è impegnata nella riforma dei media e delle modalità comunicative dell'annunzio. Con la testimonianza del Custode di Terra Santa Francesco Patton OFM.
Scomparsi o quasi dalle rotte della politica, marginali nell'elaborazione di proposte culturali e nel governo di vecchi e nuovi media, fragili nel sistema economico-finanziario, i cattolici rischiano di vivere, nella società italiana e in particolare in quella meridionale, una stagione priva di visione, prospettive, responsabilità. Eppure non manca la spinta profetica e missionaria, in un contesto di globalizzazione, della Chiesa di Francesco. Eppure non manca la costante attenzione della Chiesa italiana che, proprio a Napoli, ritorna a riflettere su giovani e lavoro guardando alla prossima Settimana Sociale. Eppure non mancano, nel Mezzogiorno, isole di intelligenza, imprenditorialità, progettualità, innovazione, unitamente ad una ragnatela viva di volontariato ed associazionismo, per ritornare nuovamente ad essere "servitori" propositivi per il paese.