Hervé Falciani ha messo ko il segreto bancario svizzero. Non era mai successo che l'intero archivio di una banca fosse copiato e rivelato alla pubblica opinione. La famosa Lista Falciani ha fatto tremare i salotti buoni di tutta Europa e continua ad agitare il sonno di politici, banchieri, imprenditori, campioni sportivi e riciclatori di enormi somme di denaro (sarebbero più di diecimila i clienti italiani, per un totale di 8 miliardi di euro). Ecco la versione dell'uomo più temuto d'Europa, inseguito da servizi segreti, magistrati, poliziotti, una primula rossa versione 2.0, ex dipendente di una delle più grandi banche del mondo, la Hsbc... La sua storia non l'aveva ancora raccontata: dai primi passi al casinò di Montecarlo alla banca di Ginevra, la fuga dalla Svizzera, le minacce di morte, il finto rapimento, il viaggio in Libano, il carcere a Madrid, la collaborazione con i magistrati spagnoli, francesi e americani (mentre l'Italia sta alla finestra per timore che salti fuori qualche nome importante) che ha fruttato il recupero di centinaia di milioni di euro. Un'avventura dopo l'altra che culmina con il progetto di una rete internazionale per aiutare le gole profonde che denunciano casi di corruzione e di frode fiscale: lui le chiavi per far saltare il sistema le ha e lo dice, rischiando grosso. In gioco ci sono la sua reputazione, la sua famiglia e l'avvenire politico dell'Europa.
Nell'estate del 2006 un uomo viene ucciso e fatto a pezzi con un machete dopo essere stato rapito e segregato per due giorni. Sembrerebbe solo il drammatico esito di un fatto di cronaca nera, ma non è così. La vittima è un famoso finanziere dell'Opus Dei, per lungo tempo considerato l'anti Cuccia cattolico, Gianmario Roveraro, che quattro anni prima si era imbarcato in una misteriosa operazione finanziaria internazionale. Il suo assassino è anche il suo socio: arrestato e processato, verrà condannato all'ergastolo. Ma il processo lascia irrisolti inquietanti interrogativi sulla natura dell'affare che Roveraro stava conducendo, anche perché i guadagni di quella operazione finanziaria erano destinati in beneficenza, probabilmente a strutture collegate all'Opus Dei. Partendo dai risultati dell'inchiesta giudiziaria e indagando sulle relazioni tra i protagonisti, gli autori hanno ripercorso la vita di Roveraro e i suoi rapporti d'affari, incrinando il muro che cela i meccanismi di reclutamento e finanziamento dell'Opus Dei e svelando una galassia opaca di società controllate e gestite da uomini della prelatura. Con il rigore dell'inchiesta giornalistica e il viluppo narrativo proprio del "giallo", il lettore viene proiettato in un viaggio all'interno di un mondo in cui tutto gira intorno al denaro e alla fede.