Il testo ebraico del libro di Ester ha spesso provocato un certo sconcerto fra i suoi lettori, perché si presenta privo di espliciti riferimenti religiosi. In esso, infatti, non ricorre mai la parola «Dio». Questa carenza, però, era stata rimediata dalla versione greca dei Settanta, che con le sue sei aggiunte ha reso il racconto di Ester un racconto «edificante», cui ricorre tre volte il riferimento a Dio.
Ma il testo ebraico va preso e valorizzato per quello che è: un libro drammatico, in cui alla fase del panico e dell’afflizione segue quella finale del rasserenamento e della festa con un’allegria popolare e travolgente (la festa dei Purim). Infatti, ogni anno, in occasione dei Purim si legge nella sinagoga il Rotolo di Ester, il cui racconto fornisce ormai l’eziologia della festa (per il carattere popolare e buffonesco, che comporta pure il travestimento delle persone con le maschere, la festa dei Purim somiglia al nostro carnevale).
In questo piccolo libro biblico, di soli dieci capitoli, si rivela l’abilità letteraria dell’autore, che pre- senta il suo racconto in uno stile ritmato e festante con il quale vuole incantare il suo pubblico. In questo caso, la traduzione letterale del testo aiuta a riprodurre meglio gli espedienti linguistici del suo stile un po’ artificiale, che comunque si presta a rappresentare l’incanto del mondo immaginario dello scrittore, per meglio cogliere i valori che lui vuole suggerire.
Destinatari
Biblisti. Docenti del Pontificio Istituto Biblico e docenti di Sacra Scrittura facoltà teologi- che e negli Istituti di scienze religiose. Non- ché cultori della Sacra Scrittura.
Autore
Antonino Minissale, sacerdote dal 1957, ha studiato esegesi biblica, in particolare dell’Antico Testamento, all’Università Gregoriana, al Pontificio Istituto Biblico di Roma e all’Università ebraica di Gerusalemme. In Germania ha frequentato la facoltà di Teologia evangelica di Göttingen e di Heidelberg e di Teologia cattolica di Münster.A Oxford ha partecipato a diversi corsi d’aggiornamento biblico a stretto contatto con biblisti anglicani, mentre a Washington ha studiato al seminario metodista. Docente alla facoltà teologica di Sicilia, ha insegnato esegesi dal 1962 nel corso teologico del seminario di Catania e poi Antico Testamento e lingua ebraica nello Studio Teologico S. Paolo, nell’Istituto superiore di scienze religiose S. Luca e nel corso teologico S. Euplio per la formazione ai ministeri e al diaconato.Autore di importanti e numerosi lavori scientifici, si è dedicato in particolare allo studio del libro del Siracide, sul quale ha fatto la tesi di dottorato; ha curato, inoltre, traduzioni di opere esegetiche dal tedesco e dall’ebraico moderno, frutto della sua esperienza di studioso aperto, ancor prima del concilio Vaticano Il, al dialogo ecumenico e interreligioso. È stato assistente ecclesiastico regionale del Movimento ecclesiale d’impegno culturale e cappellano-confessore dell’Istituto Leonardo daVinci.
Lo studio comparato e la sollecitazione esterna delle scienze naturali hanno condotto a relativizzare sul piano storico i racconti biblici delle origini. Essi propongono soprattutto una riflessione teologico-sapienziale sull'esistenza umana e il suo rapporto con Dio. L'antico Israele ha mutuato da altri popoli linguaggio e modelli espressivi per farne veicolo della sua originale esperienza di fede in Jhwh, il Dio dell'alleanza. Questa fede dà un nuovo senso al materiale, anche mitico, utilizzato in funzione di un insegnamento che sta alla base della fede ebraica e cristiana. L'autore, esperto biblista, guida il lettore a discernere il veicolo letterario e il messaggio di queste pagine notissime, ma forse meno conosciute di quanto si creda. Un libro adatto alle riflessioni bibliche sul tema della creazione del mondo. Un metodo di lettura per approfondire la Genesi