"Il bravo critico è quello che offre allo scrittore il potere dell' osservazione più attenta" ha scritto una volta Dan Miron, il maggiore studioso di letteratura israeliano vivente: in "Nove e mezzo" (evidente il richiamo felliniano) l'intera opera di Abraham Yehoshua viene passata al setaccio di un confronto tanto serrato quanto, se è lecito dirlo della critica, affettuoso. L'attenzione che Miron dedica alle parole e alle idee di Yehoshua non è solo quella necessaria per leggere uno dei più grandi scrittori di questi anni, ma è quella che riserviamo agli insegnamenti di un maestro che ci è anche amico.