Partito da Singapore nel 1952 con la sua giunca Marie-Thérèse, Moitessier fronteggiò in navigazione solitaria il monsone dell'Oceano Indiano, approdando infine sugli scogli dell'arcipelago Chagos. Sull'isola di Mauritios riuscì a guadagnarsi da vivere e a costruire con le proprie mani il Marie-Thérèse II, l'imbarcazione destinata a risalire l'Atlantico per portarlo fino a Trinidad. Nel mare delle Antille il navigatore perse anche questa barca. Da allora Moitessier ha doppiato Capo Horn un paio di volte e si è avventurato in un giro del mondo solitario senza scalo.
Perché Moitessier, quando era già praticamente il vincitore dei premi posti in palio per il primo giro del mondo a vela senza scalo in solitario, preferì rinunciarvi e, invece di approdare in Inghilterra, proseguì per conto proprio, compiendo un altro mezzo giro del globo e andando all’atterraggio di Tahiti? Troverete la risposta fra le pagine di questo libro, nel quale l’autore racconta in che modo e perché intraprese quel viaggio e dove lo ha condotto la sua “lunga rotta”…Che non è solo sulla carta nautica, non si svolge solo nella realtà del mare, del vento e del cielo, ma anche nell’intimo di Moitessier e si traduce, alla fine, in un abbandono del mondo occidentale e in un ritorno alle fonti dell’Oriente.