Gigantesca penisola abbracciata dai mari, l'Europa li ha vissuti come frontiere della paura o rive della speranza, veicoli incessanti di mercanzie, idee, uomini. «A sud, è il Mediterraneo con le sue antiche civiltà, gli orizzonti del mondo greco e arabo, del vicino Oriente e dell'Africa del Nord, dell'Islam e del petrolio. A nord, è il mondo dei Vichinghi, delle saghe, dell'aringa, del salmone e della balena, del polo e del petrolio del Mare del Nord. A ovest, è l'immensità - sia pure attualmente di molto ridotta - dell'Oceano con gli orizzonti dell'America e dell'Africa e, al di là, le favolose Indie, occidentali e orientali, i paesi delle popolazioni di colore - un vasto mondo ignorato o appena sfiorato sino alla fine del Medioevo, ma divenuto in seguito di fondamentale importanza per l'Europa. Il mare isola e insieme unisce».
Nel tempo, lungo il millennio che va dal V al XV secolo, la posizione dei poveri nella società è andata modificandosi. Dapprima membri sofferenti ma integrati delle piccole comunità. Poi soggetti estranei e pericolosi. Viene operata allora la differenza tra "poveri veri"; lavoratori incapaci di provvedere al proprio sostentamento, e "poveri falsi", ossia vagabondi, parassiti, emarginati di ogni genere. Come assistere il povero salvaguardandone la dignità? A questa domanda cercano di rispondere le numerose iniziative di soccorso che culmineranno, nel panorama della società urbana imminente, nell'organizzazione dei primi ospedali e nella istituzionalizzazione dell'assistenza.