Il discorso agiografico antico è qui considerato quale insieme di strategie retoriche e forme letterarie che tramandano in modo narrativo la memoria di ciò che uomini e donne, ritenuti incarnare un ideale di perfezione, hanno compiuto durante la loro vita e anche dopo. Una definizione che intende mettere in secondo piano le più consuete classificazioni di contenuto e di genere letterario per meglio cogliere l'articolazione e i cambiamenti di una letteratura e di pratiche cultuali in tumultuoso sviluppo e differenziazione, in dialogo con i diversi ambienti culturali e religiosi senza delimitazioni a priori fra ciò che è giudaico, pagano o cristiano. Il volume si concentra sui testi e sui loro autori domandandosi: da quali circostanze storiche nasce un testo agiografico come interagisce con il contesto culturale e teologico a quale pubblico intende rivolgersi. La novità consiste nel tentativo di cogliere le traiettorie dei testi sul lungo periodo, le reinterpretazioni, le interazioni fra loro e con i diversi contesti culturali, le logiche di trasformazione del discorso agiografico e dei suoi linguaggi nelle mutate condizioni storiche a partire dall'esame dei testi redatti fra la fine del I sec. e l'inizio del II, attraverso lo sviluppo del discorso agiografico sui martiri; l'analisi di alcune Vite dei filosofi di autori pagani del II e III sec.; e inoltre gli scritti di Atanasio, Eusebio, Gregorio di Nazianzo, Gregorio di Nissa, Gerolamo, Prudenzio...