Si tratta della traduzione in lingua corrente della «Vita» di santa Umiltà da Faenza, scritta in volgare da Silvestro Ardenti nel 1345. Perché questo profilo – vivacissimo e interessante – potesse risultare comprensibile ai lettori di oggi, l’autrice ha elaborato il racconto, inserendolo all’interno di una cornice: il dialogo tra due personaggi: l’agiografo Ardenti e la monaca Margherita, una delle prime figlie spirituali della santa. Emerge come santa Umiltà non sia stata solo una taumaturga, ma anche una donna vera, sposa e madre, un’asceta convinta, una mistica, una fondatrice.
Punti forti
La pubblicazione commemora il VII centenario della morte della Santa, avvenuta il 22 maggio 1310.
Destinatari
Largo pubblico di ogni età.
Autrice
Lea Montefuschi, monaca presso il Monastero di Santa Umiltà di Faenza.
Nata a nel 1922, a 21 anni entrò nella Congregazione delle Ancelle del S. Cuore di Gesù Agonizzante di Lugo. Si dedicò all'apostolato nell'Azione Cattolica e alla formazione dei bimbi del locale asilo. Ammlata, offrì le sue sofferenze in espiazione ai peccati del mondo. Morì nel gennaio 1949.