Descrizione dell'opera
Attorno alla nozione di globalizzazione si raccoglie un fitto intreccio di speranze e angosce, che non può lasciare indifferente la teologia. Vi è infatti chi sogna un mondo finalmente divenuto “un singolo luogo” e chi, rispetto a un simile scenario, teme piuttosto una ulteriore riduzione delle tutele dei poveri della terra, destinati a una marginalizzazione ancora maggiore.
La dinamica globale interpella quindi in forme inedite la comunità dei credenti. In particolare, il tema della giustizia si accompagna a un’esigenza di dialogo tra le diverse componenti della famiglia umana, alla ricerca di un’etica condivisibile.
Dopo aver definito il termine globalizzazione, l’autore ne esamina la varietà delle dimensioni, per guardare poi alle prospettive proprie delle Chiese cristiane. Esplora quindi le principali indicazioni emergenti dalla riflessione teologica recente e prende in considerazione infine alcune parole chiave che possono orientare la riflessione e le pratiche delle comunità ecclesiali in quest’ambito.
Sommario
1. Introduzione: un tempo e una parola. 2. Per segnare un orizzonte. 3. Dimensioni della globalizzazione. 4. Nella globalizzazione: Chiese per la giustizia. 5. Per un dialogo di giustizia: teologia e globalizzazione. 6. Parole per la globalizzazione. 7. Conclusione. Indicazioni bibliografiche.
Note sull'autore
Simone Morandini (1961) si è laureato in fisica nel 1985; nel 1997 ha conseguito il dottorato in teologia ecumenica presso la Pontificia Università S. Tommaso - Angelicum in Roma con una tesi sulla Teologia della creazione nella ricerca del Consiglio ecumenico delle Chiese. È docente presso l’Istituto di studi ecumenici S. Bernardino di Venezia, è membro del Gruppo misto teologico del Segretariato attività ecumeniche e collabora al progetto «Etica e politica ambientale» della Fondazione Lanza di Padova. Ha pubblicato diversi articoli sui temi della teologia della creazione, del rapporto scienza-fede e del dialogo ecumenico e interreligioso. Per le EDB ha pubblicato Nel tempo dell’ecologia: etica teologica e questione ambientale (1999) e Il lavoro che cambia. Un’esplorazione etico-teologica (2000).
La divaricazione sorta nell'epoca moderna tra scienze empiriche e riflessione teologica ha preso avvio dalla fisica. Grazie al suo sviluppo si è posta la questione fondamentale relativa al metodo per conoscere la realtà. Il rapporto tra le due forme di sapere, armonico nell'antichità, è diventato conflittuale negli ultimi secoli, per tornare a una implausibile conciliazione - che rasenta lo sconfinamento in alcuni autori - nei decenni recenti. Il desiderio di reciproco "anatema", dovuto alla pretesa di poter dire l'ultima parola sulla verità dei fenomeni, non nasceva tuttavia né dalla capacità effettiva della fisica di conoscere tutto della realtà né dalla presunzione della teologia di sapere tutto per il fatto di essere "partecipazione alla scienza divina", bensì dalla mancata precisazione di cosa si dovesse intendere per scienza. Il dialogo tra le due discipline, ancora faticoso - lo si deve ammettere, soprattutto là dove non ci si lasci condurre da frettolosi intenti concordistici -, sta portando al reciproco riconoscimento di metodiche diverse, che essendo tuttavia orientate al medesimo oggetto permettono integrazioni senza confusioni.(Giacomo Canobbio)
Il volume propone una considerazione dello specifico tema dei rifiuti in quanto dimensione critica della questione ambientale, che lascia emergere prospettive di grande rilievo per la responsabilità dei credenti nei confronti del creato.
Il volume analizza le questioni aperte dall'ecologia oggi così come sono affrontate dalla teologia: la salvezza della natura, il rapporto tra l'uomo e le altre creature. Simone Morandini insegna teologia a Venezia e Padova.
Creazione: una parola chiave per leggere cio che siamo e l'universo nel quale viviamo. Una parola messa in disparte in occidente dal mondo della scienza.
La Terra è l’unica casa che abbiamo ma, nonostante questa semplice evidenza, l’uomo continua a farne scempio. Mai come ora l’azione dell’uomo ha così fortemente indebolito il sistemi di supporto della vita stessa del pianeta. Il clima, le risorse idriche, le foreste, sono beni che devono essere tutelati, prima di tutto dai cristiani secondo la logica di una creazione dono di Dio all’uomo. Questo libro parla ai credenti (non solo cristiani) e a chi non lo è, affermando la necessità di riscoprire in chiave spirituale una visione eco-sostenibile della vita dell’uomo sulla terra, guardare all’anima dell’uomo e alle sue tradizioni religiose come via alla salvaguardia del creato.