Viviamo in un mondo più rischioso, o siamo noi donne e uomini del XX secolo angosciati dai cambiamenti - che abbiamo una percezione deformata della realtà? Alle soglie di una "nuova modernità", la scienza sembra incapace di tenere sotto controllo l'incertezza, che aveva domato grazie al calcolo della probabilità e alla statistica. Le nuove scoperte scientifiche hanno esiti difficili da prevedere e controllare. Questo libro tratta di rischi - piccoli e grandi, naturali e tecnologici - che minacciano di stravolgere la nostra esistenza e di mettere a repentaglio, in alcuni casi, la sopravvivenza della specie umana. Quali di questi rischi siamo disposti a correre, di quali strumenti disponiamo per gestirli? La risposta tocca questioni culturali, etiche e soprattutto politiche: il rapporto tra individuo e istituzioni, tra comuni cittadini ed "esperti", tra ragione ed emozione. Di fronte al pencolo è normale reagire con un istinto primordiale: la paura. Ma la paura è la nemica dell'"intelligenza" del rischio, indispensabile per far fronte alle sfide inedite del nostro tempo.