Twyla e Roberta si sono conosciute a otto anni, quando sono state affidate a un istituto per ragazzine sole - perché orfane o, come nel loro caso, figlie di genitori non in grado di prendersene cura. Per quattro mesi sono state compagne di stanza, pronte a difendersi dalle ragazze più grandi ma anche a condividere scherzi e segreti. Poi si sono perse di vista, ma la vita ha sempre fatto in modo di farle rincontrare nel corso del tempo, per caso: prima in un ristorante lungo l'autostrada, poi in un emporio, infine durante una manifestazione di protesta. Ogni volta ai lati opposti delle barricate, divise dal colore della pelle, dalla posizione sociale, dalle battaglie civili, persino da ricordi che non coincidono alla perfezione. Eppure, per sempre unite da un legame che affonda le radici nell'infanzia, in quel momento di abbandono in cui sono state una famiglia l'una per l'altra. Finora inedito in Italia, Recitativo è l'unico racconto breve scritto da Toni Morrison nell'arco della sua carriera. Una storia senza tempo, su ciò che ci lega e ciò che ci separa, sulla questione razziale e sugli stereotipi e i pregiudizi che plasmano le relazioni umane. Ma anche un «esperimento», secondo la definizione della stessa autrice Premio Nobel: un gioco narrativo che coinvolge i lettori e la loro interpretazione, come ci mostra Zadie Smith nella postfazione che completa questa edizione. Postfazione di Zadie Smith.
In un'epoca in cui il pensiero complesso è ridotto a slogan e tweet, "L'importanza di ogni parola" è il lascito di una delle più grandi scrittrici della storia americana, un'autrice che ha sempre messo al centro del proprio lavoro la ricchezza del linguaggio e la ricerca della verità. Così, i diversi testi di questa raccolta hanno alla fine un unico filo conduttore, lo smantellamento delle apparenze (l'essere bianchi, l'essere neri, innanzitutto), con la loro natura ingannevole e strumentale. Ignorare quelle etichette, quei pregiudizi, dice Morrison, significa vedere e quindi vivere responsabilmente la nostra comune umanità. Divisi in tre sezioni, gli scritti di Morrison trattano perciò la questione dei diritti umani, e in particolare la figura dello straniero, l'emancipazione femminile, la libertà di stampa, il potere discriminante del denaro, il razzismo. Approfondiscono poi gli aspetti cruciali della cultura: il potere stesso del linguaggio, il ruolo dell'artista nella società, l'immaginazione letteraria, la presenza di una letteratura specificamente afroamericana. Infine spaziano tra i profili di personalità prominenti nel mondo dell'arte. Introdotte da tre testi di grande potenza espressiva - la preghiera per i morti dell'11 settembre, una riflessione su Martin Luther King e l'elogio funebre per James Baldwin - le tre parti sono accomunate dallo stile unico, elegante e cristallino di una donna che ha fatto della vita la sua opera più esemplare.
Che cosa è la razza, e perché le diamo tanta importanza? Che cosa spinge gli esseri umani a costruire «un altro» da cui differenziarsi? Perché il colore della pelle ha avuto nella storia un peso così negativo? Perché la presenza dell'altro da noi ci fa così paura? Toni Morrison, in un testo che si impone come una vera e propria orazione civile, va in cerca delle risposte a queste domande parlando di sé, della sua opera, di letteratura, storia e politica, partendo dal XIX secolo e arrivando fino ai giorni nostri, e alle grandi migrazioni che caratterizzano il mondo globalizzato. "L'origine degli altri" è un libro di grande attualità, nel quale i temi che siamo abituati a vedere banalizzati e avviliti nel dibattito pubblico vengono affrontati con passione, acume e profondità dalla più importante scrittrice americana contemporanea. Prefazione di Ta-Nehisi Coates, introduzione all'edizione italiana di Roberto Saviano.
Protagonista del nuovo romanzo di Toni Morrison - il primo ambientato in epoca contemporanea - è una giovane donna che si è scelta il nome di Bride, di bellezza straordinaria, anzitutto per la pelle di un nero lucente e assoluto, che l'ha resa unica e le ha dato successo. Famosa e richiestissima, Bride pare aver cancellato così l'insicurezza e la fragilità dell'infanzia, segnata da una madre fredda che non l'ha mai accettata proprio per quella pelle d'ebano tanto, troppo, più scura della sua. E le ha negato anche la più semplice delle forme d'amore. Ora, però, il passato torna per metterla alla prova, e per Bride arriva il momento di fare i conti davvero con la bambina che è stata, senza menzogne, né le proprie né quelle degli altri. Quelle di Booker, l'amante pieno di rabbia che è stato testimone della peggiore delle violenze. Quelle di Sweetness, la madre distante che l'ha respinta anche nel momento più difficile. Quelle della stessa Bride, disposta a tutto per una briciola d'affetto. I mali dell'infanzia non si dimenticano mai, è vero, ma si può scegliere di non restarne prigionieri e di essere liberi, per guardare al futuro con serenità.
Straordinario romanzo sulla forza dell'amore materno, Il dono è il nuovo, piccolo capolavoro dell'autrice di Amatissima e, quasi ne fosse il preludio, è ambientato due secoli prima, alla fine del Seicento, quando il commercio degli schiavi era solo agli inizi, e nell'America ancora incontaminata e selvaggia regnavano violenti contrasti religiosi e di classe, pregiudizi e oppressioni. Florens è una ragazzina con "le mani da schiava e i piedi di una signora portoghese", sa leggere e scrivere, le piacciono le scarpe dei grandi, ama con trasporto sua madre e vive in una squallida capanna. È figlia di una schiava, e forse del padrone, proprietario di una piantagione nel Maryland cattolico. Un giorno nella fattoria giunge Jacob, commerciante e avventuriero anglo-olandese con una piccola proprietà nell'aspro Nord, che è passato a riscuotere un debito. Il padrone gli offre la schiava, ma in un attimo lei, che ha colto negli occhi dell'uomo un lampo di bontà, lo convince a prendersi la piccola Florens, certa che avrà un futuro migliore. Malgrado la riluttanza a trattare "carne umana", Jacob accetta la bambina come indennizzo e la porta con sé. Da quel giorno e per tutta la vita, Florens cercherà invano di colmare il vuoto dell'abbandono materno con l'amore di altri: prima quello di Lina, un'altra serva nella tenuta del nuovo padrone, la cui tribù è stata sterminata dal vaiolo; quello della loro padrona, Rebekka, a sua volta vittima dell'intolleranza religiosa in Inghilterra; di Sorrow, una strana ragazza che ha trascorso l'infanzia in mare; e poi, diventata grande, quello di un fabbro, forte e libero, africano che non ha mai conosciuto la schiavitù. Ma Florens ignorerà sempre che quell'abbandono non è stato altro che un gesto di mi sericordia, un atto di salvezza, l'estremo straziante dono di sua madre.
Guarda il video dell'intervista a Toni Morrison su Rai News 24.
Christine, Heed, May, Junior e E: sono le donne che subiscono la ineludibile malia di Bill Cosey. Per ciascuna Cosey è di volta in volta padre, marito, amico, amante, benefattore, carceriere che ama, governa, possiede e distrugge. Un insolente oggetto del desiderio la cui ombra si allunga anche dopo la morte a dominare la vita di quelle donne cambiandone il corso o modificando per sempre i rapporti tra loro. Fino alla tragedia finale. Fino alla catarsi finale. Dietro, si agita il tormentato fondale della storia dei neri d'America: la schiavitù, la segregazione, le prime titubanti manifestazioni per i diritti civili, i linciaggi, la radicalizzazione della lotta, la nascita della consapevolezza, fino all'affermazione del proprio diritto a esistere.
Negli anni '70 nella piccola e apparentemente felice cittadina americana di Ruby in Oklahoma, fondata e abitata unicamente da neri, il conflitto tra generazioni accentua le mai sopite rivalità tra i vari strati della popolazione. Nell'ex convento della città si rifugiano cinque donne di diversa provenienza. La loro presenza viene considerata destabilizzante: il convento è sempre aperto a tutti, a qualsiasi anima persa bisognosa di comprensione. Così è proprio quel luogo, e il singolare nucleo familiare che ci vive, a catalizzare le furie purificatrici e giustizialiste di un manipolo di uomini decisi a riportare la città agli antichi splendori, costi quel che costi.