Il tentativo di esporre la filosofia utilizzando una narrazione storica, come avviene nel nostro paese - una narrazione che includa il maggior numero possibile di filosofi della tradizione occidentale -, è fallimentare e non rende giustizia alla filosofia come disciplina autonoma. Per animare un'esposizione noiosa, una litania di frasi fatte e affermazioni astruse, i manuali più recenti abbondano di riferimenti al cinema, alla letteratura e all'attualità, che spesso risultano posticci e che, insieme a una miriade di schemi riassuntivi e diagrammi, confondono il lettore. Per sostenere il suo j'accuse, Mugnai esamina alcuni manuali in uso, oltre che in Italia, nel Regno Unito, in Germania e in Francia, e mostra come il nostro paese sia il solo a non adottare un approccio sistematico alla disciplina. L'idea forte del libro è che, oggi, sia più formativo affrontare lo studio di questioni di etica, di teoria della conoscenza o di filosofia della scienza, anziché concentrare l'attenzione su una successione di posizioni filosofiche che richiedono un notevole sforzo di contestualizzazione per essere comprese o che hanno poca aderenza con la situazione attuale.
"Possibile" e "necessario" sono termini molti comuni nella nostra lingua ma il loro significato è tutt'altro che banale. La tradizione filosofica si è cimentata infatti per secoli con i due concetti, sia per gli aspetti connessi alla logica e alla conoscenza (interrogandosi per esempio sulla natura delle leggi fisiche e naturali), sia per quel che riguarda la natura delle nostre azioni (dipendono da una libera scelta fra possibilità reali o sono dettate dalla rigida necessità?). Il volume ripercorre l'evoluzione dei due termini a partire dall'antichità con Aristotele e gli stoici, e fornisce un quadro storico in cui spiccano, nel medioevo, i nomi di Abelardo, Occam e Buridano, e in età moderna l'opera di ripensamento e di rielaborazione prima di Leibniz e poi di Kant. Dal Novecento in avanti "possibile" e "necessario" entrano infine nella riflessione sul linguaggio e sulla semantica, con gli studi di Carnap e Kripke.
Questa monografia intende proporsi come un'opera introduttiva alla filosofia di Leibniz. Il libro privilegia l'esposizione della teoria della conoscenza, dell'ontologia, della metafisica e dell'etica. Un'ampia biografia precede l'esposizione più propriamente filosofica, raccogliendo non solo tutti gli avvenimenti più noti, ma anche episodi come gli sforzi compiuti da Leibniz per costruire mulini a vento orizzontali per il drenaggio dell'acqua nelle miniere dello Harz.