Ogni uomo che prega, al di là della religione che professa, vive quotidianamente il pericolo della superficialità: tante parole, desiderio di finire presto, assenza del cuore. A volte rischiamo di vivere il tempo della nostra preghiera come un momento di apnea, tratteniamo il respiro nell'attesa di risalire, come se ciò che vale davvero fosse altrove, come se la vita vera fosse in un altro tempo. Tutto questo rende la nostra supplica inefficace. Quando preghiamo, sappiamo quello che chiediamo? Molte volte no... Eppure la preghiera ha senso soltanto se diciamo con sincerità: «Sia fatta la tua volontà». Da questa riflessione nasce il desiderio dell'Autore di spiegare in modo semplice il significato di ciò che domandiamo nel Padre Nostro: aumentando la consapevolezza della "richiesta", cresce infatti anche la sua efficacia. Un libro per tutti, per aiutarci a capire ciò che c'è davvero in gioco nella preghiera che Gesù ci ha insegnato.
Cosa significa che Gesù Cristo non è venuto ad abolire ma a portare a compimento la legge e i profeti? Qual è il rapporto tra l'insegnamento del Messia e la Torah alla luce di quanto viene detto in Mt 5,17-48? Come risolvere l'evidente tensione tra la fedeltà alla legge nei suoi minimi particolari richiesta in Mt 5,18 e il "ma io vi dico" ripetuto sei volte nella continuazione della pericope? La storia dell'interpretazione di Mt 5,17 è ricca: molti hanno tentato di darne un'interpretazione soddisfacente, nessuno è riuscito a fornirne una definitiva. Alcuni hanno letto questo passo del discorso della montagna rappresentandosi un Gesù dal volto raggiante venuto a sostituire l'antica legge con il Vangelo. Altri hanno immaginato semplicemente di vedere un rabbino della Galilea venuto a dare la sua personale interpretazione della Torah. Questa opera, basandosi sullo studio delle fonti giudaiche e cristiane antiche, vuole essere un contributo alla comprensione di un passo così importante per l'identità cristiana e il suo rapporto con l'ebraismo.