"Di tutti gli azzardi letterari," disse una notte Gabriel García Márquez al suo amico Mutis "l'unico davvero irrealizzabile mi sembra quello di scrivere una storia gotica ambientata ai Caraibi". Per tutta risposta Mutis scommise il contrario. Oggi i lettori della "Casa di Araucaíma" possono giudicare l'esito di una simile sfida - e per molti non ci sono dubbi: si tratta di uno dei vertici nell'opera dello scrittore.
Marinaio sempre alla fine di un viaggio, perdente sedotto dal gioco cui non sa rinunciare, avventuriero dalla dubbia moralità, Maqroll è uomo dai pochi amici e dalle infinite donne. Nel primo romanzo del ciclo che Mutis gli ha dedicato, Maqroll si muove nell'oscurità della selva amazzonica: risale un fiume di conradiana memoria, tra indios misteriosi e commercianti senza scrupoli, alla ricerca di ricchezze improbabili quanto irraggiungibili. Il romanzo prende il suo titolo dal nome di una bottega sperduta sulla Cordigliera, appunto "La Neve dell'Ammiraglio": derisorio simbolo di un'avventura che si consuma nel delirio e nel ricordo, in una eterna deriva.
Negli anni Ottanta Álvaro Mutis crea il personaggio di Maqroll il Gabbiere, protagonista di una serie di romanzi che sono valsi all'autore numerosi premi internazionali. Ed è proprio Maqroll, accanto al diplomatico portoghese di «I testi di Alvar de Mattos» o allo stratega dell'imperatrice Irene di «La morte dello stratega», uno dei personaggi che il lettore può incontrare in questa raccolta di racconti.
Abdul Bashur è l'alter ego di Maqroll il Gabbiere, protagonista della serie di romanzi che Mutis gli ha dedicato. In questo romanzo la sua figura balza in primo piano animando vari episodi in cui il personaggio può dare libero sfogo a tutti i suoi estri: la fantasia, l'intraprendenza, la temerarietà, il gusto provocatorio della sfida, l'astuzia e infine la coerenza che lo porta a morire in volo, di fronte al miraggio della nave ideale. Il filo conduttore del racconto è la ricerca inesauribile del supremo oggetto del desiderio, per sua natura irraggiungibile, la meta che vale il più grande dei sacrifici.