Il viaggio, o più precisamente la metafora dei viaggio, è il tema centrale di questo libro. Un viaggio che non sottintende necessariamente uno spostamento fisico nello spazio, ma che è soprattutto evoluzione interiore, dove la meta è il proprio accrescimento spirituale. Un viaggio che il protagonista, Vittorio Ricci, si accinge a compiere quando va in pensione. Un percorso che nasce con la paura di allargare i confini della propria conoscenza, la consapevolezza dei propri limiti, la nostalgia del passato, il desiderio di cercare il "nuovo". Tutto ciò attraverso un cammino auto-formativo di conoscenza, che lo riporta al paese natio, in Toscana, da dove ha iniziato il viaggio per poi terminarlo al canto della rana con i vecchi amici d'infanzia. In questo "cerchio magico" - come alcuni definiscono il completamento dell'evoluzione del proprio pensiero -Vittorio riesce a darsi una spiegazione sul senso della propria esistenza. Come diceva Marcel Proust, "un vero viaggio di scoperta non è scoprire nuovi luoghi, ma avere nuovi occhi". Sono davvero occhi nuovi quelli di Vittorio, alla fine del suo viaggio.