Un uomo aspetta la nascita del figlio. Giorno dopo giorno insieme alla sua compagna immagina il piccolo essere vivente che presto rivoluzionerà la casa, le parole, i sentimenti, che a tutto darà nuovo significato. Emozionante viaggio poetico che ha inizio prima dell'esistenza stessa, percorre le tappe essenziali dell'infanzia e conduce alla scoperta della voce immaginata del neonato, Ombelicale è la dolce dichiarazione di vero amore di un padre per il suo bambino. «Uno dei libri più personali di Neuman: il quotidiano e il lento plasmare dei sentimenti ne fanno ora una raccolta lirica, ora un diario pieno di perplessità, umorismo ed emozioni» (Karina Sainz Borgo) «Lieto, figlio mio, di cominciare insieme a essere ciò che saremo». Questa è la storia dell'autore e del suo bambino, Telmo. Padre per la prima volta, Andrés Neuman si muove in un territorio che impara a conoscere e a decifrare giorno dopo giorno: perché per raccontare una nuova vita bisogna inventare un altro linguaggio, riprodurre gesti importanti prima privi di significato, riempire il cuore di quel sentimento ancora sconosciuto che è amore incondizionato, e forse anche qualcosa di più. Con la stessa intensità, padre e figlio stringono le estremità di un cordone molto diverso da quello che lega il bambino alla madre durante la gravidanza: la loro è un'unione invisibile che le emozioni e la gioia comune per i piccoli traguardi dell'infanzia rendono solida e concreta. Un'unione fondata sulla convivenza quotidiana, e su una promessa che aspira a superare i confini terreni dello spazio e del tempo. Per Andrés Neuman diventare genitori rappresenta sempre una sfida e oggi - proprio come era stato per sua madre e suo padre nell'Argentina della dittatura militare - richiede un atto di fiducia nei confronti del futuro, e la totale adesione alla speranza di un cambiamento di rotta nella folle corsa di questo nostro mondo. Un mondo che, nonostante tutto, è ancora in grado di accogliere il miracolo della vita e gioire della sua meraviglia.
Germania, XIX secolo. Nella sperduta cittadina di Wandernburgo approda una notte Hans, giovane traduttore giramondo. Quella che sembra soltanto una tappa nel suo viaggio si trasforma nella più meravigliosa e seducente delle trappole: l'ingresso in un circolo letterario, l'incontro con un saggio suonatore di organetto, una catena di misteriosi delitti. E soprattutto l'amore irresistibile per Sophie; donna tanto sensuale quanto intelligente. Una passione che farà tremare letti e libri. Tutto lo trattiene in questo luogo bizzarro e senza confini, dove le strade cambiano ogni giorno posizione e da cui nessuno pare essere mai riuscito a ripartire. Guardando a Goethe, Mann, Borges e Calvino, Neuman ha scritto un romanzo ottocentesco con gli occhi di un uomo del ventunesimo secolo. Perché in fondo la storia degli esseri umani è sempre la storia di creature sperdute, straniere a loro stesse, che possono sperare di salvarsi solo se si affidano al cuore degli altri.
Germania, XIX secolo. Nella sperduta cittadina di Wandernburgo approda una notte Hans, giovane traduttore giramondo. Quella che sembra una tappa nel suo viaggio si trasforma nella più inesorabile e splendida delle trappole: l’incontro con un circolo letterario e con un saggio suonatore di organetto; una catena di misteriosi delitti; e soprattutto l’amore memorabile per Sophie, donna profondamente sensuale e intellettualmente stimolante, un amore che farà «tremare letti e libri»: tutto lo trattiene in questo luogo bizzarro e senza confini, dove le strade cambiano sempre posizione e da dove nessuno sembra sia mai riuscito a ripartire.
Facendo eco a Goethe, Borges, Calvino, Il viaggiatore del secolo propone un ambizioso esperimento: leggere l’Ottocento con lo sguardo del ventunesimo secolo.Vero e proprio dialogo fra il grande romanzo ottocentesco e le moderne avanguardie, questo «romanzo totale» è un ponte fra la storia e i temi del nostro presente globale: le migrazioni, i nuovi nazionalismi, l’emancipazione della donna.