Basandosi sulla teoria della dissociazione strutturale della personalità integrata con la psicologia dell’azione di Janet, gli autori, dopo una lunga esperienza clinica con pazienti traumatizzati, hanno sviluppato un modello di intervento a più fasi centrato sull’identificazione e il trattamento della dissociazione strutturale.
La terapia ha l’obiettivo di aumentare la capacità del paziente di adattarsi all’ambiente, per affrontare i compiti della vita quotidiana e tenere a bada i fantasmi legati a ricordi traumatici non elaborati.
Onno van der Hart insegna presso il dipartimento di Psicologia clinica dell’Università di Utrecht.
Ellert R.S. Nijenhuis lavora presso il centro per la salute mentale Mental Health Care Drenthe, in Olanda.
Kathy Steele dirige i Metropolitan Counseling Services, un centro di psicoterapia ad Atlanta (USA).
Tra le operazioni difensive che la mente umana può mettere in atto per contrastare il dolore, la dissociazione è certamente uno dei meccanismi più arcaici e immediatamente disponibili, cui l'essere umano può ricorrere sin dalle prime fasi dello sviluppo per preservarsi dalla minaccia di disgregazione psichica. In questo testo l'autore presenta un approccio scientifico rivoluzionario allo studio dei fenomeni dissociativi, che vengono presi in esame nelle loro componenti somatiche non meno che in quelle psicologiche. L'ipotesi dell'autore è che la dissociazione potrebbe essere letta come sistema di reazione difensiva animale alla minaccia predatoria: molti pazienti, infatti, presentano sintomi somatici cronici di natura dissociativa (come il congelamento e l'intorpidimento) che possono essere paragonati alle strategie universali di sopravvivenza delle specie animali. Negli esseri umani, pertanto, la dissociazione potrebbe essere il risultato di un'istintiva risposta di sopravvivenza. L'autore elabora dunque il suo 'modello degli stati difensivi' e lo mette in relazione con gli studi sull'isteria di Pierre Janet e con il modello degli stati comportamentali di Frank Putnam.