Prefazione di Laura Boella
Appendice di Francesco Alfieri
DESCRIZIONE: La recente pubblicazione del volume di Francesco Alfieri, Die Rezeption Edith Steins, testimonia che, offrendo una rassegna completa della bibliografia esistente, l’autore ha tessuto una vera e propria tela, ha creato uno spazio di incontro e di dialogo tra studiosi e lettori di Edith Stein, europei e extraeuropei, finora rimasti perlopiù sconosciuti gli uni agli altri. Dal lavoro di Alfieri è derivato in maniera sorprendente un effetto di rinnovamento degli studi steiniani. Si sono dischiuse, infatti, nuove prospettive di ricerca, sono stati scoperti inediti significativi, nuova luce è stata gettata su aspetti ancora oscuri della biografia intellettuale della santa patrona d’Europa. Il presente volume può essere considerato un’importante espressione di una nuova generazione di contributi che vogliono esplorare l’intensità con cui la figura di Edith Stein parla a chi vive nel nuovo millennio.
Dalla Prefazione di Laura Boella.
COMMENTO: I maggiori specialisti presentano le più recenti prospettive di ricerca su Edith Stein (1891-1942), religiosa e filosofa tedesca dell'Ordine delle Carmelitane Scalze, arrestata in Olanda dai nazisti e rinchiusa nel campo di concentramento di Auschwitz, tra le maggiori pensatrici del Novecento.
PATRIZIA MANGANARO è professoressa di Storia della filosofia contemporanea presso la Pontificia Università Lateranense. Tra le sue pubblicazioni: Filosofia della mistica. Per una pratica non-egologica della ragione (Lateran University Press, 2008); Empatia (emp, 2014).
FRANCESCA NODARI, direttore scientifico del "Festival Filosofi lungo l’Oglio", collabora con la cattedra di Filosofia teoretica all’Università di Milano-Bicocca. Tra le sue pubblicazioni: Il pensiero incarnato in Emmanuel Levinas (Morcelliana, 2011); Il bisogno dell’Altro e la fecondità del Maestro. Una questione morale (Giuntina, 2013).
"Il grande merito del libro consiste nel rendere per la prima volta accessibile l'ermeneutica levinasiana della corporeità, che porta al di là delle analisi husserliane dell'intenzionalità e dell'analitica dell'esserci di Heidegger, nel suo esser connessa alla responsabilità che fa dell'uomo mortale un uomo. [...] Per l'esplicazione della riflessione sul significato centrale della corporeità per l'umanità dell'uomo, l'autrice utilizza i Carnets de captivité pubblicati dal lascito levinasiano solo nel novembre 2009." (Bernhard Casper)
Una lettura del pensiero di Emmanuel Lévinas alla luce del confronto con Kant, su un tema quanto mai classico: il male radicale. Non solo assumono nuovi significati i temi fondamentali della filosofia levinasiana, etica come filosofia prima, primato dell'altro, ma la stessa meditazione sulla tragedia della Shoa è riletta alla luce del concetto kantiano di male, come disposizione inscritta nell'animo umano. Disposizione di cui si è sempre responsabili.