La vita moderna è segnata dal sigillo della solitudine. L’angoscia esistenziale è palpabile. I malintesi, l’indifferenza, la falsità, la morte scavano il baratro che ci separa dall’altro. E tuttavia, «non siamo giustapposti, ma misteriosamente legati, tessuti nella trama universale».
Se la solitudine è la nostra comune condizione, basta un niente – una parola, un sorriso, uno sguardo inaspettato – perché la distanza venga eliminata, perché divampi la gioia di reincontrarsi. La missione dei poeti non è forse quella di aprirci a questo percorso, di provocare l’incontro? In una trentina di brevi testi, Colette Nys-Mazure ci invita a penetrare nel cuore di questo segreto intreccio che sostiene tutti gli esseri.