«È forse impazzito, Brausen?
Si può dire che è diventato pazzo alla maniera di quei memorabili personaggi della letteratura raggirati dalla vita immaginaria, come il don Chisciotte dei romanzi di cavalleria o la Madame Bovary dei romanzetti d'amore, che finiscono per sostituire la vita reale con quella delle loro fantasie. Tale temeraria pretesa, insita nella condizione umana, ha sempre spinto alcuni uomini e donne a cercare di raggiungere l'impossibile, a ribellarsi contro la propria condizione e ad ambire a qualcosa di diverso. Tendenza che ha reso possibili il progresso e la civiltà, ma che genera anche frustrazione e sofferenza quando i sognatori si rendono conto che la vita reale non coincide mai con quella della finzione.
Sognare e fantasticare è l'ultimo rifugio di Brausen dal momento in cui la sua visione pessimista e disperata del mondo sembra non lasciargli altra scappatoia se non il suicidio».
dal saggio di Mario Vargas Llosa