Il volume contiene l'arco narrativo coperto dai libri XVI, XVIII del commento al Vangelo di Matteo di Origene, inquadrando Matteo 20,17 sino a 22,33.
Il secondo di tre volumi che presentano, in prima traduzione italiana, il commento a Matteo nella sua interezza.
Il "Cantico dei cantici" è uno dei grandi misteri dell'Antico Testamento. Non sappiamo se sia un canto d'amore, quale appare a chi legge, o se abbia un significato simbolico, che allude all'amore tra Dio e Israele; né sappiamo quando sia stato scritto, se nel V o nel I sec. a.C. Certo, Israele lo comprese nel canone dei libri divinamente ispirati, e più tardi i cristiani lo accolsero tra i libri dell'Antico Testamento. Ma il "Cantito dei cantici" deve la sua immensa fortuna proprio a Origene, che gli dedicò attorno al 245 le due "Omelie" presentate in questo volume, che ci sono giunte nella traduzione latina di san Girolamo.
Figura fondamentale della storia esegetica cristiana e, in generale, della riflessione su che cosa sia e come avvenga l'interpretazione, da sempre Origene è stato amato e altrettanto odiato, irriso e biasimato. Ma anche accanitamente studiato, il più studiato dei Padri dopo Agostino, per la originalità quasi assoluta, la fertilità delle intuizioni, la mole variegata della produzione che ne fanno comunque un gigante. Del suo sapere biblico, filosofico e teologico, della finissima capacità di educatore e predicatore la dottrina interpretativa è il precipitato: il volume di Neri vuole raccoglierlo e offrirlo, con chiarimenti e commenti a chi, se pure non specialista, ambisca a una conoscenza non superficiale.
Pagina biblica e lettura origeniana si sviluppano quasi in dialogo fra loro.