Dove si trova Caporetto? Pochi lo sanno. Il villaggio nella valle dell'Isonzo, oggi conosciuto con il nome sloveno di Kobarid, è un buco nero della geografia e della storia d'Italia. Il Piave e il Monte Grappa invece tutti sanno dove sono: sotto casa. Impressi per sempre nella toponomastica dei nostri paesi e città. Memorie censurate, nomi trasfigurati dal mito della Vittoria. Ma Caporetto, Piave, Monte Grappa sono (anche) luoghi reali. Sono il punto di partenza e il traguardo di un viaggio durato un anno, dall'ottobre 1917 al novembre 1918. Un anno di invasione, di stragi, di fame, durante il quale l'Italia ha rischiato di perdere se stessa. Per ritrovare infine, contro ogni previsione, una sua controversa identità. Paolo Paci ci conduce passo passo nell'itinerario dalle Alpi Giulie ai contrafforti delle Prealpi venete, seguendo le tracce di un esercito in rotta e di un altro in trionfale avanzata. Tra ossari e diari di guerra, canzoni e trincee, film e musei spontanei, ritroviamo la verità geografica dei luoghi. Scoprendo, nel racconto degli abitanti (nipoti e pronipoti degli antichi soldati), come la memoria della Grande Guerra sia ancora straordinariamente viva. Un po' business, un po' nostalgia. E, in fondo, frammento del nostro Dna.
È un viaggio ad alta quota, quello che Paolo Paci propone in questo libro, ma non un percorso alpinistico. È un'avventura, umana più che sportiva, alla scoperta di dieci cime , sulle tracce dei personaggi che tra quelle rocce, su quei sentieri e su quei ghiacciai hanno vissuto, scalato, lavorato, pregato, cacciato, trovato rifugio e, in alcuni casi, sono morti. Uomini diversi santi e briganti, re e soldati, cartografi e partigiani - che hanno dato un senso alle montagne, colmandole di umanità. San Francesco popola il Subasio di luoghi dello spirito e un ingegnere rinascimentale, conquistando il Gran Sasso, registra la prima cronaca di un'ascensione. Vittorio Emanuele II trasforma il Gran Paradiso in un'immensa riserva di caccia negli stessi anni in cui i banditi di Carmine Crocco colonizzano il Vulture, nascondendosi in grotte e foreste. Sul Montasio Julius Kugy, il botanico-musicista cantore delle Alpi Giulie, apre grandi vie di salita e Willy Jervis, giovane ingegnere valdese, scrive la storia partigiana tra le cime della Val Pellice. Camminando con l'autore verso le vette, tra valli e ghiacciai, cascate e laghi - di cui l'inserto fotografico mostra la peculiare bellezza - ci si addentra in un paesaggio naturale e umano variegato e affascinante. In un racconto che, attraverso le storie di ieri e di oggi, riporta alla luce i segreti custoditi dalle montagne.
Perché proprio il Cervino, fra tante cime imponenti, è diventato il simbolo stesso delle Alpi? Perché la sua vetta è una meta irrinunciabile per gli alpinisti e i turisti di tutto il mondo, e il suo profilo è riprodotto come un marchio su berretti e giubbotti, scatole di pastelli e tavolette di cioccolato? Forse per quella perfetta forma piramidale che lo rende inconfondibile. O per la storia gloriosa e drammatica della sua conquista, avvenuta nel 1865 dopo tanti tentativi falliti che alimentarono la leggenda di una montagna inviolabile, protetta da spiriti e demoni. La scalata per raggiungere la cresta è una gara febbrile, costellata di tradimenti, delusioni, colpi di scena. Sul versante italiano c'è Jean-Antoine Carrel, montanaro ostinato e coraggioso, temprato dalla vita nei boschi e dai combattimenti nelle file dell'esercito sabaudo. È stato ingaggiato dal ministro Quintino Sella, che cerca una conquista per dare prestigio al Regno d'Italia, nato da poco. Dal lato svizzero c'è l'inglese Edward Whymper, giovane illustratore inglese, appassionato arrampicatore, che dedicherà gran parte della sua vita alle esplorazioni. Sarà quest'ultimo a spuntarla, ma il suo successo verrà funestato da un incidente mortale durante la discesa e dal sospetto che, per salvarsi, abbia tagliato la corda che lo legava ai compagni precipitati. A centocinquant'anni da quella prima ascensione, Paolo Paci ripercorre gli itinerari dei due pionieri, segue i tentativi e i sogni...
Mazzini e Garibaldi, Vittorio Emanuele II e Pio IX, Carlo Pisacane e i fratelli Bandiera: dei protagonisti del Risorgimento si è già detto tutto, o quasi. Perché al di là di vittorie, sconfi tte, cospirazioni, esili, condanne a morte e trionfi postumi, gli eroi dell’Unità d’Italia avevano anche una vita normale. Per esempio, mangiavano. E questo volume rende conto proprio della vita quotidiana di quindici personaggi risorgimentali: i tratti più intimi del carattere, i luoghi della formazione e delle loro gesta. Ma soprattutto ricostruisce come erano imbandite le tavole a cui sedevano, attraverso i prodotti tipici, i vini autoctoni, le ricette dell’epoca e perfi no, dove sopravvivono, le osterie e le trattorie che frequentavano. Un punto di vista originale sulla nostra storia ottocentesca, in un volume che si può leggere come una godibile raccolta di biografi e atipiche, oppure utilizzare come una vera guida turistica o gastronomica, per celebrare, golosamente, i 150 anni dell’Unità d’Italia.
Paolo, giornalista, viene licenziato. Cosa fare adesso? Si possono fare molte cose quando si è disoccupati; anche andare nel deserto del Negev. Queste pagine sono il racconto del suo viaggio, delle persone incontrate, di un pellegrinaggio spirituale alla ricerca di luoghi, suoni ma soprattutto di un modo coerente di essere nel mondo, alla ricerca di un Dio che scuota.
Scritto con intelligenza e ironia, un libro di spiritualità laica capace di trascinare il lettore in un tourbillon di incontri indimenticabili e di far riflettere.
Destinatari
Un ampio pubblico di credenti e non credenti.
L’autore
Paolo Paci è nato a Milano nel 1959. Giornalista professionista, ha realizzato reportage di viaggio in tutto il mondo.Alpinista e gastronomo ha pubblicato guide, manuali sportivi e racconti di viaggio. Tra gli ultimi suoi titoli: Alpi . Una grammatica d’alta quota e Evitare le buche più dure.Vent’anni di viaggi al contrario (Feltrinelli Traveller).
Argomenti Divendita
Un autore già conosciuto. Una scrittura che fa presa sul lettore. Una spiritualità laica che sarà apprezzata da credenti e non credenti.