In verità, non so in quali termini parlare specificamente della carità, poiché so che tutti i comandamenti del Signore germogliano da essa. Se molti, infatti, sono i rami delle opere buone, una sola è la radice della carità,
nel cui calore i malvagi non possono perseverare a lungo.
Giovanni Gualberto, già monaco nel monastero di San Miniato a Firenze, non è mosso dal desiderio di una nuova forma di vita monastica quando dà inizio alla piccola comunità nei pressi di Vallombrosa, ma si sottrae al governo dell’abate simoniaco per vivere una vita più autenticamente cristiana, con una grande fedeltà alla tradizione monastica, nella forma cenobitica, secondo la Regola di Benedetto. La volontà dei suoi discepoli di raccoglierne l’eredità spirituale nelle diverse fondazioni che erano nel frattempo sorte e l’avvio della prassi del capitolo generale portarono alla configurazione della congregazione vallombrosana tra la fine dell’xi e l’inizio del xii secolo. Il presente lavoro raccoglie testimonianze sull’esperienza personale di Giovanni e sui momenti fondamentali dello sviluppo della congregazione. Carità, obbedienza e distacco dal mondo appaiono l’eredità lasciata da Giovanni e raccolta dai suoi discepoli, che hanno fatto proprie le preoccupazioni che più lo avevano animato nella vita: l’amore fraterno, la comunione e la concordia nella comunità.