Il movimento beghinale è stato soprattutto un movimento di donne, comunemente conosciute con il nome di beghine.
Per il loro carattere d’indipendenza verso l’autorità maschile potrebbe essere anche considerato il primo movimento femminista. Ma perché il termine “beghina” è oggi usato come sinonimo di bigotteria o d’ipocrisia?
La grande ricchezza spirituale scaturita dal movimento beghinale ha nutrito i trattati teologici di nomi celebri, come Meister Eckart o l’ammirabile Ruysbroeck, ma gli scritti delle beghine sono quasi inesistenti. Perché? E come mai, benché siano state le prime infermiere d’Europa, non esiste traccia di questa loro missione nei libri di storia della medicina?
Queste ed altre domande troveranno risposta nella prsente pubblicazione il cui scopo è riabilitare una lunga, feconda e spiritualmente ricca storia di donne che hanno cercato la santificazione nella libertà e che tanto avrebbero ancora da dire a noi donne e uomini del XXI secolo.
Il libro ha un duplice scopo: far conoscere la profondità dello yoga e affrontare le domande che i cristiani si pongono a suo riguardo. Il testo descrive l'inestimabile ricchezza che lo yoga racchiude, mentre spesso corre il rischio di essere identificato con una semplice ginnastica. Ne presenta l'origine e l'evoluzione, le diverse modalità e tappe di crescita spirituale che propone e i principali testi che lo hanno codificato. Prosegue con l'esaminare le questioni che il Magistero della Chiesa cattolica e i cristiani in genere si pongono nei confronti dello yoga e del percorso di realizzazione che suggerisce. Un aiuto in questa ricerca viene da quattro grandi figure - John Main, Jean-Marie Déchanet, Bede Griffiths e Henri Le Saux - che hanno praticato e interrogato lo yoga e la meditazione a partire dal loro "essere cristiani".