Paolo VI, maestro e testimone della fede e dell’amore incondizionato per Dio e per l’uomo, ha portato su di sé le ansie e le speranze del suo tempo. La pubblicazione de «Il Credo del Popolo di Dio» è un omaggio al grande Papa, l’opportunità di riaccostarsi ai temi del concilio Vaticano II, nella felice ricorrenza del 50° anniversario, attraverso una selezione di brani tratti da vari documenti del suo magistero. La lettura e la meditazione della professione di fede che egli ha pronunciato il 30 giugno 1968 a conclusione dell’Anno della fede, indetto per il XIX Centenario del martirio dei santi Pietro e Paolo, è un contributo per vivere questo nuovo Anno della fede.
L’organizzazione dei brani segue la successione degli articoli della professione di fede formando sei blocchi tematici: Crediamo in un solo Dio, Padre Figlio e Spirito Santo; Crediamo in Gesù Cristo centro della storia; Crediamo nello Spirito Santo che è Signore e dona la vita; Crediamo in Maria madre del Verbo incarnato e madre della Chiesa; Crediamo nella Chiesa popolo di Dio pellegrinante; Crediamo nella vita eterna impegno e dialogo con Dio e con l’uomo.
L’insegnamento di Paolo VI e la sua testimonianza di vita sono il commento più appropriato e la migliore spiegazione del testo del Credo*...
*[Il Credo] non si tratta di una definizione dogmatica propriamente detta, ma è richiesto dalle condizioni spirituali del nostro tempo, per il dovere che la Chiesa ha di approfondire costantemente e di presentare in maniera sempre più confacente alle generazioni che si succedono, gli imperscrutabili misteri di Dio, fecondi di frutti di salvezza per tutti. Paolo VI
Punti Forti
Autorevolezza dell’Autore; attualità del magistero di Paolo VI; testi di Paolo VI sulla fede come sviluppo del Credo.
Ricorrenze Particolari
50° anniversario del Concilio.
Anno della Fede 11 Ottobre 2012 - 24 novembre 2013.
Il libretto illustrato a colori contiene in sintesi i motivi del credere cristiano enunciati nella Professione di fede pronunciata da Paolo VI al termine dell’Anno della Fede 1968. Quarantacinque anni dopo Benedetto XVI, richiamandosi al suo predecessore, ripropone un Anno della Fede (11 ottobre 2012 24 novembre 2013) chiedendo un rinnovato impegno di fedeltà a Dio per essere fedeli agli uomini e alle donne del nostro tempo.
Paolo VI si trovava ad essere capo della Chiesa in un'epoca in cui molte cose venivano rimesse in questione; in un'epoca in cui presso monaci e altri poteva introdursi una certa confusione tra diversi carismi, diverse tradizioni, differenti modi di rispondere alle incalzanti necessità dell'immediato. Era dunque importante che i fondamenti dottrinali di tutto il rinnovamento monastico venissero riaffermati con insistenza e in modo talvolta pressante. Paolo VI non scrisse - né era suo compito farlo - un trattato De monachatu.
Tuttavia dall'insieme di ciò che egli disse sarebbe possibile ricavarne uno il cui titolo potrebbe senza dubbio esprimersi pienamente così: De monachatu in Ecclesia Christi. Ciò che egli proponeva è, in realtà e soprattutto, una ecclesiologia del monachesimo.
«Questo ciclo liturgico sarà ciclo dell’anima. Questa storia di Cristo deve ripetersi come storia della mia anima. Ogni anno la Chiesa rinnova il suo racconto su la vita di Gesù, ne ripensa la stessa dottrina, ne ripresenta i misteri, affinché tale vicenda sia la stagione completa dello spirito, avido di santità, avido di rigenerare in sé l’incarnazione del Signore. Vivere questa vicenda è compiere un giro di evoluzione totale dello spirito cristiano. Questa storia di Cristo deve ripetersi come storia della mia anima. [Il] ciclo liturgico sarà ciclo dell’anima» (G. B. Montini).
Inos Biffi è Professore emerito e direttore dell’Istituto di Storia della Teologia, ordinario emerito di teologia sistematica e di storia della teologia presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, e docente delle stesse materie presso la Facoltà di Teologia di Lugano.
In questo libretto vengono riportati due discorsi tenuti nel 1959 dall'allora cardinale Giovanni Battista Montini, Arcivescovo di Milano, divenuto papa col nome di Paolo VI. Sono due discorsi che ricordano il centenario della battaglia di Magenta e il centenario della liberazione di Milano dagli austriaci.
Esortazione Apostolica di Papa Paolo VI sul retto ordinamento e sviluppo del culto della Beata Vergine Maria.
Sono raccolti in questo volume testi editi e inediti di Giovanni Battista Montini dalla fine degli anni ’20 alla fine degli anni ’30. E precisamente: il commento alle feste dell’anno liturgico apparso sulla rivista della FUCI, «Azione Fucina », dal Novembre 1930 al Novembre 1931; due quaderni (inediti) di appunti stesi per la spiegazione della liturgia in generale, dei riti della Messa e delle Messe domenicali e festive relativi agli anni 1926-1933 e 1936-1937; il commento (inedito) ai «Vangeli domenicali su Gesù Cristo» degli anni 1938-1939; un gruppo di saggi di argomento liturgico-artistico risalenti a quegli anni. Alcuni dei documenti hanno più la forma di appunti che non di completa stesura. Tuttavia nelle note, dettagliate e meticolose, il Curatore ha cercato di svolgerli, completando riferimenti e allusioni e mettendone in luce il vario contenuto in apposite introduzioni. Anche grazie a tale più compiuta lettura questi scritti rivelano singolare importanza: indicano cioè quanto fosse versatile e approfondita, sotto diversi aspetti precorritrice, la cultura liturgica del giovane Montini ed ampia e multiforme la sua informazione bibliografica. In particolare, egli aveva un’autentica e precisa teologia della liturgia, intesa sempre come reale ed efficace presenza del mistero di Cristo e come versione orante della fede e del dogma. Montini concepiva la liturgia come principio e risorsa primaria dell’esperienza e della spiritualità cristiana. Non mancava di sottolineare con vigore la funzione educativa della pietà, ponendone in evidenza la dimensione ecclesiale. Coglieva inoltre l’importanza della storia della liturgia, che dava prova di ben conoscere nelle sue linee principali, mostrandosi specialmente sensibile alla proprietà estetica dei riti, alla loro arte e poesia. Una visione che in quegli anni ben pochi possedevano e che troveranno pratica attuazione anche negli anni dell’episcopato milanese, trovando poi compiuta sistemazione nella costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium.
Inos Biffi, docente ordinario emerito di storia della teologia medievale e di teologia sistematica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale (Milano) e docente incaricato presso la Facoltà di Teologia di Lugano (Svizzera), dove è Direttore dell’Istituto di Teologia. È presidente dell’Istituto per la Storia della Teologia Medievale di Milano e dirige in collaborazione le collane Biblioteca di Cultura medievale ed Eredità Medievale. Storia della teologia da Boezio a Erasmo da Rotterdam presso la Jaca Book. È autore di ricerche sui teologi dei secoli XI, XII, e XIII. Cura, in collaborazione, l’opera omnia di s. Anselmo d’Aosta e del Corpus Colombanianum. Dottore aggregato della Biblioteca Ambrosiana, dedica grande parte della sua attività nel campo della liturgia, particolarmente di quella ambrosiana, di cui ha curato la riforma. Collabora alle principali riviste teologiche, tra cui «La Scuola Cattolica», «Teologia», «Communio» e la «Rivista Teologica di Lugano».
Il volume raccoglie alcuni scritti di Giovanni Battista Montini che documentano la riflessione sull'educazione dagli anni dell'attività come assistente della FUCI, attraverso l'episcopato milanese per giungere fino al pontificato. Particolare rilievo assumono i temi dello studio e dell'insegnamento, la formazione cristiana dei giovani e l'evangelizzazione intesa come educazione alla fede.
Un testo di catechesi.