Un testo di riflessioni sulla necessità di pregare. L’Autrice si sofferma a parlare delle varie situazioni della vita di ogni giorno,con le nostre pretese di aiuto immediato da parte di Dio, e magari dimenticarlo quando tutto va bene. Ma Dio, nella sua misericordia, ci ama sempre, anche se non riusciamo ad avere un cuore nuovo come vorremmo.Ci accoglie sempre e comunque:basta cercarlo. È possibile un dialogo con Dio? “A volte non mi accorgo della Tua presenza,neppure se mi passi accanto, Signore”.
AUTORE Gabriella Paravati risiede a Roma. Diplomata in lingue, ha studiato Sociologia e Scienze della Comunicazione all’Università, senza arrivare alla laurea. Ama la musica e canta da molti anni.Nel campo letterario ama scrivere saggi e racconti. Soprattutto è un’attenta osservatrice delle dinamiche dei rapporti umani. Presso Paoline ha pubblicato: Riscopriamo la tenerezza(2001), Anatroccolo o cigno?(2004).
Sentirsi "brutti anatroccoli" significa vivere in modo problematico il rapporto con il proprio corpo. Modelli culturali imposti dai mass media possono generare un senso di inadeguatezza e quindi di insicurezza, condizionando - e a volte compromettendo - i rapporti sociali. Il legittimo desiderio di ricevere attenzione, rispetto e fiducia non può basarsi sul confronto con gli altri, ma unicamente sulla consapevolezza del proprio valore. Il testo di G. Paravati, particolarmente adatto a preadolescenti, adolescenti e loro genitori, si articola in otto capitoli: Brutti anatroccoli si nasce...; ... o si diventa?; Pubblicità regresso; Mode e pappagalli; Una questione di riflessi; Il bell'anatroccolo; Qualcosa a cui non rinunciare; Lettera d'amore da uno Sconosciuto.