Gli anni di Casarsa (1940), il tempo degli studi a Bologna, le lettere della Academiuta di lenga furlana (1945-47), quello degli anni difficili fino al 1954; poi Roma, il cinema, i rapporti editoriali. I corrisponti: anonimi amici o personaggi illustri, come la madre Susanna Pasolini o l'amica Silvana Mauri, Gianfranco Contini o Roberto Longhi, Franco Fortini o Carlo Calcaterra, Livio Garzanti o Giulio Einaudi, Alfonso Gatto o Paolo Volponi.
Dal 1950 al 1962 Pasolini collabora a diversi quotidiani e periodici con racconti che disegnano il profilo della "sua" Roma, periferica, devastata e umana. Questi raccontini delineano una passeggiata romana che è anche un mondo interiore, un po' come se Pasolini si trovasse a raccontare la città intorno a lui attraverso le forme diverse del narrare: la letteratura, il cinema, la fotografia, il reportage. L'autore sembra continuamente sottoporre a verifica sia la realtà che il modo di raccontarla, in un diario interno dell'arte che è cronaca del suo tempo.