Un trentenne disadattato che gira per i cimiteri a fantasticare sul passato dei volti impressi sulle lapidi. La precarietà, l'assenza di futuro, in una Torino che non riesce a conquistarsi i colori della primavera, non riguarda solo lui: coinvolge anche i suoi genitori, costretti ad affittare la loro camera da letto a una prostituta ungherese per sbarcare il lunario. E lei, Alexandra: bella, fresca e conturbante, ma costretta ad accantonare la sua laurea in lingue per esercitare clandestinamente il mestiere più antico del mondo. Esattamente l'opposto di Ivana, la donna matura e vissuta, ex terrorista che non riesce a lasciarsi alle spalle un passato tormentato e una storia d'amore tragica la cui ferita non si è mai ricucita. Tutti in un equilibrio instabile, incerto, tutti ugualmente incapaci di trovare una collocazione nel proprio tempo. Anche se la colpa non è solo della società. "Forse sono diventate il mio alibi, tutte queste speculazioni sulla ricca sfacciataggine del nostro tempo. Forse sono io a non avere il coraggio sufficiente".