Nella Budapest del 1944 occupata dai tedeschi un commerciante italiano, fingendosi addetto all'ambasciata spagnola, pone sotto la sua protezione e salva dalla deportazione e dalla morte cinquemila ebrei: è Giorgio Perlasca, lo "Schindler italiano". La sua vicenda drammatica, avventurosa e per certi versi paradossale è tutta raccontata in queste pagine, rimaste inedite per decenni e venute in luce dopo la sua morte. Le doti diplomatiche, la passione civile, ma anche e soprattutto una grande spregiudicatezza e caparbietà permettono a Perlasca di tenere al riparo dalla ferocia dei fascisti ungheresi e dei nazisti intere famiglie ebree: lo troviamo intento a produrre documenti falsi, a trovare cibo, a organizzare e difendere "case rifugio" per strappare con l'inganno, infine, migliaia di vite ai treni della morte di Adolf Eichmann. Negli ultimi anni della sua vita Perlasca è stato fatto segno di onori sia in Israele sia in Ungheria, dove vivissimo ne è il ricordo: un "eroe per caso" il cui nome è scritto a Gerusalemme fra i Giusti delle Nazioni.