Decidere di lasciare stipendio, carriera, città per tentare di diventare un uomo libero. Ma libero di fare che? Per Simone Perotti, divenuto il simbolo della ricerca di "un'altra vita", è la domanda più importante: che accade quando lasci tutto? Questo libro parla del "dopo". Dopo le paure che precedono le grandi decisioni, dopo la scelta fatale. Dieci anni fa usciva "Adesso basta", long seller che di questa scelta è diventato il manifesto. Oggi esce "Rapsodia mediterranea" , che racconta cos'è avvenuto nel frattempo. Dal 2013 al 2019 Perotti ha navigato a vela per quasi ventimila miglia per tutto il Mediterraneo, il Mar Nero, l'Atlantico portoghese, spagnolo e marocchino. Con un gruppo di persone appassionate, è salpato per cercare economie differenti, valori comuni, un'altra socialità, nel tentativo di vivere fuori tempo e fuori rotta rispetto a flussi turistici e luoghi tradizionali, alla ricerca di culture, storie, domande, risposte sul Mediterraneo, per conoscerlo e capirlo, per ricollegare la nostra vita alla sua natura originale. Perché non basta dire "cambio vita", non basta per se stessi e non basta neanche per il pianeta. Bisogna individuare un nuovo modello, fuori da questo capitalismo e dalla società dei consumi: un "modello mediterraneo" adatto a noi, resiliente, semplice, fatto di spazi emotivi, esistenziali, di relazione, e di rispetto per il mare. "Rapsodia mediterranea" è un libro di formazione, tra romanzo d'avventura e cahier filosofico. Un tributo alle migliaia di persone che si sono appassionate alla vicenda di un uomo orgoglioso e coraggioso, che ha avuto la determinazione di "non tornare indietro". La storia di un progetto sociale di navigazione e aggregazione, e l'affresco del Mediterraneo oggi, com'è diventato, come potrebbe essere in futuro, tra Georgia caucasica e Portogallo, tra Libano e Balcani, dal Maghreb, all'Anatolia, all'Europa. Soprattutto, questo è un grande libro di mare, visto, navigato e vissuto da testimone, nel solco del Breviario di Matvejevic'. Alcuni uomini partono all'avventura. Altri cercano nuove idee. Pochi tentano di fare entrambe le cose, sulla stessa rotta. Questo libro è il resoconto appassionato e unico di questa confluenza.
Il Mediterraneo è un mistero. Vi aleggiano personaggi oscuri, salvifici, pericolosi, presenze ineffabili in grado di attrarre flotte di girovaghi, pirati turchi inseguiti dagli acerrimi nemici genovesi, anonimi piloti inabissatisi nei pressi dell'isola di Alborán, vichinghi giunti navigando il Dnepr e il Mar Nero, eremiti superstiti e dimenticati. Un arabesco di storie che da geografia disegnata su un foglio diventa manuale di esistenza, mappa alla ricerca geosofica del senso. Seguendo le sue rotte potremmo sconvolgere le categorie della conoscenza, finendo col misurare la terra col canto, tracciare i confini con i colori delle spezie, usare i ricordi per contare le miglia, o le idee per riempire il volume delle cose. E allora le carte mostrerebbero ben altro dal semplice profilo delle coste. Semmai il comune dolore e l'ebbra euforia che condividiamo con chi crediamo diverso da noi, solo perché abita sull'altra sponda di questo mare. Quella che sta lì, di fronte a noi, e che ancora non conosciamo.
Anatolia, ultimi anni del '400. Il piccolo Dragut viene rapito insieme all'amico del cuore, Keithab, ed entrambi vengono avviati alla carriera delle armi. Ma la scuola dei giannizzeri di Alessandria, collegio militare d'élite, è dura e crudele, come spietati sono i rapporti tra i piccoli, tutti sottratti alle loro famiglie e costretti a un addestramento massacrante. Angherie, violenze e disciplina hanno effetti molto diversi su Dragut e Keithab. Tra indomabile senso di libertà e cinico opportunismo, nonostante la fratellanza profonda, la vita li dividerà. Come ha separato dal proprio destino la protagonista femminile di questa storia, la bellissima e misteriosa Bora, rapita dai pirati, venduta a un mercante, reclusa su un'isola solitaria dove transita, tuttavia, la storia dell'epoca: il '500 delle navigazioni, dei marinai valorosi, dei cavalieri di Malta, dei pirati, delle spie. Tutti coinvolti nel mistero della mappa di Piri Rais, una carta che disegna il mondo intero e ha il potere di svelare i retroscena delle scoperte di Cristoforo Colombo. Segreti che rischiano di cambiare il corso della storia, e che qualcuno farà di tutto perché restino occulti.
Dove sono gli uomini, fisicamente e psicologicamente? Soprattutto a fare cosa, dove se non qui, e perché? Perché le donne sono tutte in giro, tutte in viaggio, tutte da qualche parte, spesso tra di loro, intente a fare o progettare qualcosa, mentre gli uomini sembra che si siano chiusi in casa, a doppia mandata, e non rispondano neppure a chi bussa con forza alle loro porte? Dove sono i protagonisti della scena, gli uomini del Mediterraneo, quelli che trovavi sempre al centro della piazza, al centro della spiaggia, al centro del bar, al centro della scena? Perché sul palco ora sembra che ci siano soltanto donne? Perché gli uomini non escono dai percorsi codificati del lavoro e della società? Perché sono sempre protetti da convenzioni e ruoli codificati, e quando non lo sono entrano subito in difficoltà? Perché gli uomini non parlano (se non di alcuni, pochi, argomenti estranei tanto a loro quanto a me), perché non chiamano, perché sembrano chiusi, rassegnati, stanchi prima ancora di aver iniziato a fare qualsiasi cosa? Per parlare degli uomini, oggi più che mai, occorre parlare con le donne, ascoltare le loro storie, farsi raccontare le loro avventure e disavventure, sfidando le leggi della riservatezza, tentando di collegare fatti e circostanze che ogni donna considera isolati, per cui spesso prova sentimenti di colpa, e che invece sono profondamente collegati tra loro.
È una notizia, non una provocazione: il primo Ufficio di scollocamento è nato all'inizio del 2012 da un'idea elementare degli autori di questo libro. Il lavoratore infelice e frustrato, che si sente un estraneo in gabbia, è anche poco produttivo. Aiutarlo a scollocarsi è un vantaggio per la collettività e un'occasione per la persona.
Non è un discorso da salotto, è un tema politico. Gli autori si rivolgono ai sindacati, alla classe dirigente, alle associazioni degli imprenditori, a chi oggi dibatte sull'articolo 18, per dire una cosa semplice: lavorare e basta, produrre e basta, crescere e basta, a qualunque costo, è distruttivo. Cambiare rotta è indispensabile e urgente. L'ufficio di scollocamento è un'iniziativa pensata per generare benessere e per ricominciare a vivere.
Simone Perotti (www.simoneperotti.com) dopo quasi vent'anni di lavoro nel settore della comunicazione ha lasciato tutto e oggi si dedica a scrivere e navigare. È autore del primo libro che ha portato in Italia il fenomeno del DOWNSHIFTING (scalare marcia, rallentare), ADESSO BASTA (Chiarelettere 2009, 11 edizioni). Con Chiarelettere ha pubblicato anche AVANTI TUTTA (2011).
Paolo Ermani (www.pensarecomelemontagne.it), presidente dell'associazione Paea (Progetti alternativi per l'energia e l'ambiente), da oltre due decenni lavora sui temi energetici, ambientali e degli stili di vita. Ha pubblicato, con Valerio Pignatta, PENSARE COME LE MONTAGNE (Ed.Terra Nuova 2011). È tra gli ideatori del quotidiano on line "Il Cambiamento".
Ne abbiamo abbastanza. Lavorare per consumare non rende felici. Lo sappiamo tutti, ma come uscirne? Cambiare vita da soli sembra una scelta troppo faticosa. Addirittura impossibile. Invece no. Il downshifting ("scalare marcia, rallentare il ritmo") è un fenomeno sociale che interessa milioni di persone nel mondo (complice anche la crisi). Ma non si tratta solo di ridurre il salario per avere più tempo libero. Simone Perotti propone qui un cambio di vita netto, verso se stessi, il mondo che ci circonda, le abitudini, gli obblighi, il consumo. La rivoluzione dobbiamo farla a partire da noi, riprendendoci la nostra vita per essere finalmente liberi. Come ha fatto l'autore, che racconta la sua esperienza entrando nel merito delle conseguenze economiche, psicologiche, esistenziali, logistiche. Dire no non basta per essere felici. L'insicurezza economica cui andiamo incontro è anche un'occasione per ripensarci.