La gravità e l’ampiezza della crisi economica ha sorpreso tutti noi, ma anche la maggior parte degli esperti e degli economisti. Non ha sorpreso invece Kevin Phillips, uno degli osservatori più acuti e provocatori della realtà contemporanea.
Con straordinaria lucidità, Phillips aveva delineato uno scenario politico, economico e finanziario allarmante: i «soldi sporchi» della mega-finanza incontrollata, una politica economica distastrosa, la diminuzione delle scorte di petrolio e il tramonto della superpotenza americana stavano innestando una crisi di proporzioni planetarie. Oggi il grande crac sta mettendo in discussione la fiducia nell’efficienza dei mercati e lo stesso modello capitalistico: per lo meno il capitalismo speculativo che ha dominato questi decenni grazie anche all’incompetenza politica che accomuna destra e sinistra e a un teatrino mediatico fatto di inganni (ai danni dei consumatori e dei cittadini, a cominciare dalle incursioni piratesche degli hedge funds) e di arroganze (da parte di chi si sentiva forte e intoccabile).
Dopo aver individuato le motivazioni profonde della recessione e le sue conseguenze geopolitiche, Soldi sporchi (a lungo ai veritci delle classifiche dei libri più venduti negli USA) delinea le tendenze del prossimo futuro: oltre all’ascesa dell’Asia sotto il segno della «Confucianomics» (il fenomeno più evidente degli ultimi anni), il pericolo maggiore è quello di un’inflazione globale, una «rivoluzione dei prezzi» determinata dell’aumento del costo dell’energia e dei prodotti agricoli.
Solo se sapranno affrontare consapevolmente le sfide inedite di questa nuova economia, i leader politici potranno davvero garantirci un futuro migliore: primo tra tutti Barack Obama, che deve imporre nuove regole e controlli efficaci per evitare il catastrofico ritorno dei «soldi sporchi».
Il punto di partenza della riflessione dello storico e politologo statunitense è una mappa storica della saga della grande ricchezza, dal Settecento sino a oggi, nella più grande potenza economica e politica: come sono state accumulate le grandi fortune, quali sono state le loro origini e quali le loro fluttuazioni tra periodi di euforia e momenti di crisi. Ad arricchire l'analisi è lo studio dell'intreccio tra ricchezza e politica, anche nei suoi lati oscuri, perché, come dice Michele Salvati nella sua Presentazione, "molto spesso i ricchi e i politici hanno lavorato in tandem per creare e perpetuare situazioni di privilegio, talora a scapito dell'interesse nazionale, quasi sempre a scapito dei ceti meno prosperi".