Data di pubblicazione: Giugno 2006
DISPONIBILE : NON AL MOMENTO
€ 20,00
Con lettere inedite di Nenni, Pertini, Togliatti, Terracini, Moro, La Pira, Parri, Schlesinger, Pratolini Un dialogo su socialismo e riformismo nella storia d'Italia, dalla nascita del "Partito dei lavoratori" nel 1892 a oggi, quando ogni residuo socialista sembra dover scomparire nel "Partito democratico". I due interlocutori partono da punti di vista differenti, ma intrecciano una discussione che investe tutta la storia del socialismo italiano: dalle lotte di fine Ottocento al decennio giolittiano, dal tumultuoso dopoguerra alla nascita del Pci e al fascismo. Pieraccini racconta anche la sua esperienza di giovane studente a Pisa e poi nella Firenze dei primi anni Quaranta, insieme a quella di esponente nel dopoguerra dell'autonomismo nenniano in fecondo dalogo con Morandi e Lombardi, fino agli anni Sessanta, quando fu uno dei protagonisti del centro-sinistra. Passata attraverso una valutazione della vicenda politica di Craxi, dal 1976 a "Tangentopoli", la concordia discors dei due autori trova una significativa convergenza nel giudizio sull'oggi, dopo la fine del Psi e la rinuncia ad ogni seria prospettiva socialista. Per entrambi socialismo e riformismo hanno un futuro, riprendendo la tradizione migliore della sinistra italiana, quella che coniuga progresso civile e promozione della democrazia.
FABIO VANDER (Roma, 1958), laureato in filosofia con Gennaro Sasso e in storia contemporanea con Pietro Scoppola, diplomato all'Alta scuola di studi legislativi (ISLE), lavora presso il Senato della Repubblica. Collaboratore di riviste quali "Behemoth", "Telos", "Teoria Politica", "Il Cannocchiale", ha pubblicato tra l'altro: Metafisica della guerra (Milano 1995), Aldo Moro (Marietti, Genova 1999), L’estetizzazione della politica (Bari 2001), La democrazia in Italia (Marietti, Genova-Milano 2004), Contraddizione e divenire. Filosofia e politica in prospettiva neo-dialettica (Milano 2005); con G. Pieraccini, Socialismo e riformismo (Marietti, Genova-Milano 2006).
Con lettere inedite di Nenni, Pertini, Togliatti, Terracini, Moro, La Pira, Parri, Schlesinger, Pratolini Un dialogo su socialismo e riformismo nella storia d'Italia, dalla nascita del "Partito dei lavoratori" nel 1892 a oggi, quando ogni residuo socialista sembra dover scomparire nel "Partito democratico". I due interlocutori partono da punti di vista differenti, ma intrecciano una discussione che investe tutta la storia del socialismo italiano: dalle lotte di fine Ottocento al decennio giolittiano, dal tumultuoso dopoguerra alla nascita del Pci e al fascismo. Pieraccini racconta anche la sua esperienza di giovane studente a Pisa e poi nella Firenze dei primi anni Quaranta, insieme a quella di esponente nel dopoguerra dell'autonomismo nenniano in fecondo dalogo con Morandi e Lombardi, fino agli anni Sessanta, quando fu uno dei protagonisti del centro-sinistra. Passata attraverso una valutazione della vicenda politica di Craxi, dal 1976 a "Tangentopoli", la concordia discors dei due autori trova una significativa convergenza nel giudizio sull'oggi, dopo la fine del Psi e la rinuncia ad ogni seria prospettiva socialista. Per entrambi socialismo e riformismo hanno un futuro, riprendendo la tradizione migliore della sinistra italiana, quella che coniuga progresso civile e promozione della democrazia.
FABIO VANDER (Roma, 1958), laureato in filosofia con Gennaro Sasso e in storia contemporanea con Pietro Scoppola, diplomato all'Alta scuola di studi legislativi (ISLE), lavora presso il Senato della Repubblica. Collaboratore di riviste quali "Behemoth", "Telos", "Teoria Politica", "Il Cannocchiale", ha pubblicato tra l'altro: Metafisica della guerra (Milano 1995), Aldo Moro (Marietti, Genova 1999), L’estetizzazione della politica (Bari 2001), La democrazia in Italia (Marietti, Genova-Milano 2004), Contraddizione e divenire. Filosofia e politica in prospettiva neo-dialettica (Milano 2005); con G. Pieraccini, Socialismo e riformismo (Marietti, Genova-Milano 2006).